Era de maggio…fresca era l’aria!” Lo dice una bellissima canzone della Napoli antica. Ma “era de maggio” e lo sblocco cessione del credito nel campo dei bonus edilizi resta solo teoria e non diventa fatti. E allora qui, possiamo abbinarci un’altra canzone della grandissima Mina…parole parole parole, soltanto parole!

Ebbene sì, perché anche con gli ultimi flebili e timorosi tentativi fatti con la conversione in legge del decreto n. 11 del 2023 (c.d. decreto superbonus) il mercato della cessione oggi non ne vuole proprio sapere di ripartire.

È tutto fermo. Le banche non hanno alcuna intenzione di tornare ad acquistare crediti.

L’unica ad oggi è Unicredit che ha lanciato la sua nuova offerta di cessione del credito. Un’offerta che però non è rivolta a tutti, ma è destinata solo a imprese, artigiani e professionisti che abbiano maturato i crediti a fronte di sconto in fattura per spese sostenute nel 2022.

Gli ultimi tentativi per sbloccare il mercato

Il problema dello sblocco cessione del credito, è un problema che ha le sue origine già nel 2021. Quando il legislatore, al fine di contrastare le frodi fiscali nel campo dei bonus edilizi, decise di porre un freno a queste operazioni, limitandone il numero di cessioni possibili.

Già dopo questo provvedimento, imprese e banche iniziarono a tirare i remi in barca non essendo più disposte ad acquistare.

Successivamente i primi tentativi per sbloccare la situazione. Il primo passo mosso dal governo fu l’aumento del numero di cessioni possibili. Poi si è intervenuti con altri tentativi. Da ultimo il decreto-legge n. 11 del 2023. Un provvedimento che ha stabilito, ad esempio, la possibilità per le banche di utilizzare i crediti incagliati per acquistare buoni decennali. Oppure la possibilità di utilizzare i crediti in 10 anni, invece che 4 anni o 5 anni.

Si è cercato di limitare la responsabilità del cessionario nelle operazioni di cessione del credito, laddove si produca una serie di documenti a propria discolpa.

Lo stesso decreto però ha portato anche la mazzata finale, ossia ha deciso che dal 17 febbraio 2023 non si possono fare più le opzioni per sconto in fattura o cessione del credito, salvo che in alcuni casi per i quali è prevista specifica deroga.

Sblocco cessione del credito, restano solo parole

Fatto sta che nonostante questi interventi, lo sblocco cessione del credito non è cosa fatta. E intanto siamo a maggio 2023. E intanto, i committenti e le imprese non sanno cosa fare. Ci sono proprietari di casa che avevano raggiunto accordi con le imprese per lo sconto in fattura. Ma ora le imprese sono in difficoltà perché poi non c’è mercato dove piazzare il credito maturato a fronte della cessione. Ci sono committenti che hanno crediti da poter cedere ma non trovano chi è disposto a prenderli.

A tutto ciò si aggiunge la sfiducia che ormai si ha verso le istituzioni. Gli addetti ai lavori e i committenti sono persi anche nei meandri della normativa. Non si sa più sinceramente quello che si può fare e quello che non s può fare. E neanche chi lo può fare e come lo può fare. E neanche si sa più chi è responsabile e chi non è responsabile per eventuali frodi.

Un detto dice che “chi si ferma è perduto”, e qui mi sa che tutti ci siamo persi, anche se la volontà di fermarsi non è dipesa da noi. Ma siamo stati fermati.