Si sblocca la cessione crediti bonus casa ed arrivano sanzioni pensanti per i professionisti che rilasciano false attestazioni. Queste le ultime novità nel campo dei lavori edili. Dopo il blocco delle cessioni a cascate si apre la possibilità della cessione fino ad un massimo di tre. Allo stesso tempo, tuttavia, si pongono paletti in merito ai destinatari della cessione stessa.

Il rischio del blocco cessione crediti

Al fine di fronteggiare le numerosi frodi nel campo della cessione credito bonus casa, gli ultimi interventi legislativi avevano stabilito, tra l’altro, il blocco del meccanismo di cessione a cascata.

In particolare:

  • prima delle modifiche, il committente i lavori, ad esempio, poteva cedere il credito all’impresa esecutrice dei lavori; quest’ultima poi poteva cederlo a terzi; questi ultimi potevano cederlo ancora; e così via
  • con le modifiche, invece, succede che il committente i lavori, ad esempio, può cedere il credito all’impresa esecutrice dei lavori; quest’ultima può cederlo a terzi; questi ultimi non possono più cederlo ma possono utilizzarlo esclusivamente in compensazione.

La novità legislativa stava di fatto bloccando completamente migliaia di interventi, rischiando di far fallire le imprese oneste e di danneggiare migliaia di famiglie.

Cessione fino a tre e sanzioni per professionisti

Ecco, quindi, che dietro pressione del settore e delle organizzazioni di categoria, il Governo, nel Consiglio dei Ministri del 18 febbraio 2022, ha deciso di fare un passo indietro, prevedendo la possibilità di cessione successivamente alla prima, ma fino ad un massimo di tre.

Allo stesso tempo, stabilisce che le due cessioni crediti bonus casa successive alla prima potranno effettuarsi solo verso banche ed intermediari finanziari, società appartenenti ad un gruppo bancario o imprese di assicurazioni autorizzate a svolgere la propria attività in Italia.

Si introduce altresì un meccanismo di tracciabilità delle cessioni. Ad ognuna si attribuirà un codice di identificazione univoco da inserire poi nella comunicazione da farsi all’Agenzia delle Entrate.

Il contrasto alle frodi fiscali si irrobustisce ancora di più con le pesanti sanzioni che potranno essere comminate ai professionisti che rilasceranno false attestazioni (asseverazioni, ecc.). Reclusione da 2 a 5 anni e una multa (salatissima) da 50.000 euro a 100.000 euro.

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