Ancora un po’ di tempo per poter godere a pieno titolo della sanatoria delle cartelle esattoriali varata dal Governo Meloni. Infatti per via di alcuni cambiamenti sopraggiunti durante l’iter di approvazione della Legge di Bilancio, si sono allungati i termini della sanatoria. Niente di cui preoccuparsi però perché presto ciò che si trova Legge di Bilancio potrà essere sfruttato dai contribuenti. Entro qualche giorno i Comuni e gli altri Enti locali dovranno manifestare la loro decisione in merito allo stralcio per esempio.

Presto sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione sarà riattivata la procedura di adesione alla rottamazione delle cartelle, giunta come tutti sanno alla quarta versione. Ci saranno contribuenti che grazie a questi provvedimenti potranno davvero avere messo la parola fine a tutti i loro debiti, o quanto meno, avranno una netta riduzione di ciò che devono.

“Buonasera, sono un contribuente italiano che da anni ormai è diventato ligio al dovere e pulito da debiti sulle tasse o simili. Purtroppo però ho alcune pendenze vecchie con il bollo auto, l’IMU e l’IRPEF. Erano gli anni 2011, 2012 e 2013, in cui ho vissuto una fase di mia personale crisi. Ancora adesso ho cartelle esattoriali di quegli anni, tanto è vero che ho conservato le cartelle che mi sono arrivate in quei lunghi periodi. E sono tutte cartelle di Equitalia. Adesso, sempre in riferimento a quei debiti, ho ricevuto cartelle pure dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. Secondo voi la nuova sanatoria mi avvantaggerà? E se sì, come posso fare?”

Sanatoria cartelle 2023, ecco cosa è successo adesso

Per via delle modifiche relative alla sanatoria delle cartelle degli enti diversi da quelli statali i tempi tecnici di avvio del grande provvedimento di tregua fiscale introdotto dal Governo Meloni, saranno un po’ più lunghi del previsto. Infatti il potere lo hanno i Comuni, alle Regioni e a tutti gli altri Enti di questo genere di poter concedere o meno ai loro debitori il vantaggio della sanatoria.

Ma non parliamo della cancellazione delle cartelle che non vale per i debiti che i contribuenti hanno nei confronti di enti non statali. Per questo genere di debiti infatti c’è lo stralcio. Una misura meno forte della cancellazione, ma altrettanto valida per i contribuenti. Stralcio e cancellazione possono essere considerate due misure parallele, in alcuni casi simili, ma per altri profondamente differenti.

Differenze tra stralcio e cancellazione delle cartelle esattoriali

La differenza sostanziale tra stralcio e cancellazione d’ufficio delle cartelle riguarda il vantaggio ottenuto dai contribuenti, che cambia molto con l’una o l’altra misura. Più favorevole la cancellazione rispetto allo stralcio. Infatti la prima misura cancella del tutto determinate cartelle, mentre la seconda le cancella solo in parte. Cambia anche la natura del debito. Infatti per la cancellazione delle cartelle si tratta di debiti che un contribuente ha maturato nei confronti dell’INPS. Ma anche dell’Agenzia delle Entrate, dell’Agenzia del territorio e da qualsiasi altra amministrazione gestita direttamente dallo Stato. Per lo stralcio invece rientrano tutte le cartelle che fanno riferimento a debiti che i contribuenti hanno maturato nei confronti degli enti locali o di quelli differenti dalle amministrazioni statali.

Le cose comuni tra stralcio e cancellazione delle cartelle

Prima abbiamo elencato le differenze tra stralcio e cancellazione. Ma non mancano i punti che accomunano le due misure. Per esempio, in entrambe le misure non è stata prevista la necessità di presentare domanda da parte dei contribuenti. Entrambe le misure poi, fanno riferimento a cartelle affidate all’agente della riscossione entro il 2015 e se di importo inferiore a 1.000 euro per singolo debito. Ricapitolando per i debiti maturati nei confronti dello Stato tutte le cartelle fino a 1.000 euro se di competenza del concessionario della riscossione entro il 2015 verranno cancellate l’ufficio.

Tutte le altre cartelle dello stesso valore e alla stessa data, godranno dello stralcio. In questo caso a essere cancellati direttamente non sono le cartelle complete ma soltanto la parte di esse che riguardano interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni.

Come sfruttare entrambi i provvedimenti

In pratica il nostro lettore può sicuramente considerarsi un privilegiato dal momento che ci dice di avere tutte cartelle relative a quel periodo in cui la riscossione faceva capo ad Equitalia. In pratica se la sua situazione debitoria è rimasta praticamente inalterata da quei tempi, e non è riuscito a saldare queste cartelle che erano diventate tali già nel 2015 potrà godere di un netto miglioramento della sua situazione anche se non tutte le cartelle gli verranno cancellate totalmente. Una cosa che non accadrà invece a chi ha maturato debiti nei confronti di questi enti, sia statali che locali, dopo il 2015. Va ha detto infatti che per quei contribuenti che hanno debiti relativi a tasse, imposte o multe, diventate cartella con Agenzia delle Entrate Riscossione e non con Equitalia, non c’è nessuna possibilità di godere della cancellazione d’ufficio delle cartelle e neppure dello stralcio.

La rottamazione tiene contenti tutti

Per questi debiti lo sconto è simile a quello dello stralcio con in più la possibilità di godere di una rateizzazione fino a 18 rate e fino a 5 anni. Va considerato però anche il fatto che la rottamazione va richiesta tramite domanda sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. La cancellazione invece, come lo stralcio, non prevede domanda. Ma se le cartelle esattoriali da rottamare o quelle cancellate automaticamente, possono già essere considerate come una cosa certa, non è così per le cartelle relative allo stralcio. Infatti devono essere gli enti locali a determinare l’adesione o meno al provvedimento. Ci saranno, dunque, alcuni enti che non aderiranno alla sanatoria e che quindi non consentiranno ai loro contribuenti di godere delle agevolazioni.

Mentre per contro ci saranno contribuenti che vi rientreranno perché il loro Comune o la loro Regione avranno aderito.