“La maggior parte della gente crede che molti problemi possano essere risolti con i soldi. Io credo che siano i soldi il maggiore dei problemi“, afferma Luca Madiai. In effetti non si può negare come i soldi non siano sempre sinonimo di felicità. Anzi, molto spesso finiscono per essere oggetto di discussione, soprattutto quando se ne hanno davvero molto pochi.

Lo sanno bene, purtroppo, le tante persone che non riescono ad assolvere ai propri obblighi nei confronti del Fisco perché duramente colpiti dalla crisi economica in atto.

Proprio al fine di andare incontro alle esigenze dei contribuenti in difficoltà, il governo guidato da Giorgia Meloni ha stabilito con la Legge di Bilancio 2023 gli estremi della nuova pace fiscale. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Come funziona la pace fiscale 2023

In base a quanto previsto dal comma 222 della legge numero 197 del 29 dicembre 2022, così come pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale:

“Sono automaticamente annullati, alla data del 31 marzo 2023, i debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore della presente legge, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali”.

Vi è però un’eccezione per quanto riguarda i debiti di competenza locale, come multe e Imu. I Comuni, infatti, dovranno decidere entro il prossimo 31 gennaio 2023 se stralciare definitivamente i tributi non ancora pagati dai cittadini oppure continuare a richiedere la relativa riscossione. Nel caso in cui il Comune decida di non aderire allo stralcio, i contribuenti interessati dovranno pagare l’importo originario del debito. Beneficeranno comunque della possibilità di saldare la propria posizione debitoria senza dover pagare più del dovuto. Questo grazie alla cancellazione in automatico degli interessi e delle sanzioni aggiuntive accumulate per i ritardati pagamenti.

Rottamazione centrale e locale: tabella riassuntiva dei tributi e dei debiti

Al fine di comprendere meglio in quali termini verrà attuata la rottamazione delle cartelle, sia a livello centrale che locale, possono rivelarsi utili alcuni esempi.

Se una persona ha un debito Irpef di 700 euro, più una sanzione da 30 euro e interessi per 20 euro, si ritrova sulle spalle un fardello da 750 euro. Un debito che, essendo di importo inferiore a mille euro, viene cancellato in automatico grazie a quanto previsto dalla Legge di Bilancio.

Nel caso in cui, invece, una persona abbia un debito di competenza locale la situazione è differente. In tale circostanza, infatti, il capitale resta invariato, mentre è possibile dire addio a sanzioni ed interessi. In presenza di un debito Tari da 300 euro, con 30 euro sanzioni e 10 euro di interessi, ad esempio, il soggetto interessato deve pagare solamente 300 euro.