Manca un mese alla scadenza del termine entro il quale i contribuenti, privati, imprese, professionisti, possono presentare domanda di rottamazione delle cartelle. La scadenza è infatti fissata al 30 aprile 2023. Da valutare sempre la possibilità di presentare più istanze rispetto ai diversi debiti che può avere il contribuente.

Detto ciò, rispetto alla precedenti rottamazioni questa è la più conveniente. Infatti, se si paragona la nuova rottamazione delle cartelle con quelle precedenti, presentando domanda entro il prossimo 30 aprile, il contribuente risparmia anche sugli interessi per ritardata iscrizione a ruolo nonché sull’aggio della riscossione che per le precedenti rottamazioni era calcolato su imposta e interessi da ritardata iscrizione a ruolo.

Detto ciò, vediamo con un esempio pratico a quanto ammonta il reale risparmio per chi ha ricevuto una cartelle esattoriale legata ad un avviso bonario e che vorrebbe aderire alla sanatoria.

Possono essere oggetto di rottamazione anche gli accertamenti esecutivi nonché gli avvisi di addebito INPS. Attenzione però, tali atti rientrano nella rottamazione solo se sono già stati affidati per il recupero all’Agenzia delle entrate-riscossione.

Ma rispetto agli avvisi bonari è superfluo parlare di accertamento esecutivo, posto che per i primi (avvisi bonari) vale ancora la vecchia procedura di riscossione con l’iscrizione a ruolo e successiva emissione della cartella.

Rottamazione cartelle. Quanto si risparmia?

Grazie alla rottamazione delle cartelle, commi 231-252 della Legge n°197/2022, Legge di bilancio 2023, il contribuente può chiudere il proprio debito con il Fisco  o con altra amministrazione pagando:

  • l’imposta, la tassa o il tributo indicato nella cartella;
  • le spese di rimborso per le procedure esecutive;
  • le spese di notifica della cartella di pagamento;
  • gli interessi di dilazione al 2% in caso di richiesta di rateazione delle somme dovute in seguito alla sanatoria.

Sono cancellate invece: le sanzioni collegate alla maggiore imposta dovuta nell’atto; gli interessi anche riferiti alla ritardata iscrizione a ruolo; le somme aggiuntive ai crediti previdenziali (art.27, D.Lgs. 46/99); l’aggio della riscossione.

Rispetto alla precedenti rottamazioni, il contribuente risparmia anche sugli interessi per ritardata iscrizione a ruolo nonché sull’aggio della riscossione che per le precedenti rottamazioni era calcolato su imposta e interessi da ritardata iscrizione a ruolo.

Si ponga attenzione al fatto che si deve trattare di debiti affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Qui trovi le istruzioni su come come leggere la cartella.

Rottamazione cartelle. Un calcolo di convenienza

Detto ciò vediamo con un esempio pratico di capire quanto risparmia veramente il contribuente aderendo alla sanatoria delle cartelle.

Ipotizziamo che un contribuente abbia ricevuto una cartella legata ad un avviso bonario, nella cartella il debito è così suddiviso:

  • imposta da pagare euro 2.000;
  • sanzione euro 600;
  • interessi per ritardato pagamento euro 140;
  • interessi per ritardata iscrizione a ruolo euro 45;
  • interessi di mora euro 25;
  • spese notifica cartelle euro 8.

Considerato quanto detto nel paragrafo precedente, il contribuente dovrà versare solo:

  • l’imposta pari a 2.000 euro;
  • le spese per la notifica della cartelle pari a 8 euro.

Tutto il resto del debito è cancellato.

Il totale dovuto, potrà essere pagato: in un’unica soluzione, entro il 31 luglio 2023; oppure, in un numero massimo di 18 rate (5 anni), di cui le prime due con scadenza il 31 luglio e il 30 novembre 2023. Le restanti 16 rate, ripartite nei successivi 4 anni, andranno saldate il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024. La prima e la seconda rata saranno pari al 10% delle somme complessivamente dovute, le restanti rate invece di pari importo.

Il pagamento rateizzato comporta l’applicazione degli interessi al tasso del 2 per cento annuo, a decorrere dal 1° agosto 2023.