Si torna a parlare in modo sempre più insistente del rischio di una seconda ondata del virus ad ottobre. Ad oggi è difficile fare previsioni esatte ma procediamo per ipotesi per capire se i casi potranno aumentare e in che modo verosimilmente sarà gestita la situazione.

Casi di coronavirus in aumento: che cosa succederà ad ottobre?

Chiariamo subito un dubbio che è stato alimentato nell’ultimo periodo: la proroga dello stato di emergenza fino a metà ottobre, confermata nel decreto agosto, non autorizza il governo ad imporre un nuovo periodo di lockdown nazionale.

Possono essere legittime misure di contenimento come limiti agli spostamenti tra regioni o in determinate zone, qualora dovesse rivelarsi necessario. Ad oggi non si può pensare ad un nuovo lockdown come avvenuto a marzo. Lo ha chiarito anche il deputato Pd Stefano Ceccanti in commissione alla Camera. Proprio per evitare fraintendimenti e allarmismi in questo senso è stato inserito un apposito emendamento interpretativo del decreto. Ciò significa, ed è scritto nero su bianco, che se dovesse ripresentarsi la necessità di un nuovo lockdown nazionale, bisognerebbe varare un nuovo decreto per dare fondamento normativo all’eventuale dpcm.

 

Ha infatti spiegato Ceccanti in merito al lockdown nazionale e al decreto che lo aveva autorizzato a marzo: “in Commissione Affari Sociali è stato approvato poco fa un emendamento che aggiunge al decreto sulla proroga dello stato di emergenza un importante articolo 1-bis, che riformula un emendamento bipartisan proveniente dal Comitato per la Legislazione. Secondo questo testo le disposizioni del decreto 19, che prevedevano limiti molto forti ai diritti e all’autonomia regionale, si applicano solo in quanto compatibili col successivo decreto 33, che invece aveva allargato le maglie“. In altre parole, chiarisce ancora “nel decreto in esame non era specificato bene cosa si prorogava assieme allo stato di emergenza: anche il lockdown generalizzato? O solo eventuali lockdown locali? Con la modifica apportata si specifica che la proroga non consente lockdown nazionali e che se fossero necessarie nuove forti restrizioni queste dovranno essere autorizzate con un decreto ad hoc”.

 

I dati recenti segnalano in alcune zone casi in aumento ma la situazione resta gestibile anche perché, spesso, si tratta di focolai isolati.

Ad ogni modo, se dovessimo assistere ad un peggioramento, si partirà con limiti meno rigidi per i cittadini. Solo nella peggiore delle ipotesi si rischia un nuovo lockdown con una eventuale seconda ondata di contagi ma servirebbe un intervento normativo all’uopo (non basta l’attuale proroga dello stato di emergenza).

E’ chiaro che l’evoluzione in questo senso potrebbe incidere, in un modo o nell’altro, anche sui bonus confermati o prorogati ad ottobre.

Seconda ondata di contagi ma senza lockdown (e senza bonus)

Non chiudere le attività comporta inevitabilmente una riduzione dei bonus a disposizione per partite IVA, lavoratori etc. Tendenzialmente tutti lavoreranno anche se, inevitabilmente, ci potranno essere cali di fatturato soprattutto in alcuni settori più critici. E per questi potranno essere previsti sussidi e incentivi specifici. In generale vanno anche incentivate le assunzioni (vedi il bonus per chi assume previsto nel decreto agosto) perché tendenzialmente, dopo il lockdown, le aziende saranno meno propense a potenziare l’organico. Resta poi la questione famiglie: soprattutto se le scuole non riapriranno a pieno regime, molto probabilmente serviranno aiuti per i genitori che lavorano.