E’ di questi giorni la polemica della Tari gonfiata e della possibilità di rimborso per chi ha pagato la tassa in eccedenza. La Tari, infatti, si calcola sommando una quota fissa e una variabile, la seconda stabilita dai Comuni. La quota fissa, invece, è calcolata in base alla metratura della casa moltiplicata per le persone che la occupano, quella variabile è riferita soltanto al numero degli abitanti dell’immobile.

Dove hanno sbagliato i Comuni nel calcolo della Tari? L’errore è dovuto al fatto che molti Comuni hanno applicato a tutte le unità immobiliari la quota fissa e quella variabile mentre la quota variabile deve essere calcolata per l’abitazione principale ma non per le pertinenze.

Rimborso Tari non dovuta: come fare?

Con la Legge Finanziaria del 2007 si è stabilito, poi, che il contribuente che paga somme non dovute a titolo di imposta o tassa, può chiedere il rimborso entro 5 anni dal giorno del versamento.

Per ricevere tale rimborso è necessario però presentarne richiesta e proprio per questo le associazioni dei consumatori si stanno muovendo per avere mandato per chiedere il rimborso da parte dei cittadini.

In particolare la Federcontribuenti, in un comunicato stampa di oggi, scrive:

“Stiamo ricevendo molte richieste di supporto da parte dei cittadini in relazione alla questione della quota variabile Tari, che diversi Comuni hanno applicato illegittimamente anche alle pertinenze delle utenze domestiche.

Prima di tutto, per intervenire con prontezza e precisione, abbiamo inviato una richiesta di incontro urgente all’Anci Nazionale, al fine di avviare un confronto relativamente alle modalità di rimborso degli importi pagati e non dovuti.

Vorremmo evitare in ogni modo, infatti, che i comuni, per fare fronte a tele emergenza si trovassero a disporre possibili scenari di aumento nella tariffazione negli anni a venire.

Temiamo, infatti, che i comuni possano recuperare gli importi erogati per i rimborsi nella parte della tariffa commisurata alla superficie ed alla composizione del nucleo familiare, oppure attraverso una riduzione del servizio, o ancora operando sull’aumento della tassazione di altri servizi.

In ogni caso, ciò andrebbe a danno del cittadino.

Ecco perché Federconsumatori:

–          Ha chiesto il blocco immediato dell’imposizione di tali voci nella TARI 2018.

–          Per chi non ha ancora pagato la II rata della TARI 2017, chiediamo una proroga nel pagamento, per dar modo alle aziende erogatrici del servizio di riformulare in modo corretto la tariffa.

–          Per chi, invece, ha già pagato e comunque per ottenere il rimborso di quanto pagato e non dovuto dal 2014, stiamo raccogliendo il mandato dei cittadini ad assisterli, qualunque sarà l’evoluzione della vicenda (sul sito della Federconsumatori è possibile reperire la lettera di conferimento del mandato predisposta).

Inoltre, per meglio regolare l’attività delle aziende dei rifiuti, chiediamo che l’Autorità per l’Energia sia al più presto pienamente operativa anche in questo settore.”

Alleghiamo, quindi, il modulo per presentare la richiesta di pre adesione alla richiesta di rimborso: Modello lettera pre-adesione