Il rimborso IRPEF che scaturisce dalla dichiarazione dei redditi è fatto direttamente al contribuente. Ed è fatto in busta paga o cedolino se si presenta il 730 con sostituto d’imposta oppure è fatto direttamente dall’Agenzia Entrate in caso di presentazione del 730 senza sostituto o di Modello Redditi.

Le cose, invece, stanno diversamente quando si tratta di rimborso IRPEF agli eredi del contribuente.

Prima di affrontare la questione è opportuno dire come l’Agenzia Entrate ordinariamente procedere al rimborso. La strada prioritaria seguita, quando il rimborso deve arrivare direttamente dall’Amministrazione finanziaria è quella dell’accredito diretto in c/c del contribuente.

Laddove il contribuente, però, non abbia comunicato l’IBAN all’Agenzia, quest’ultima procederà al rimborso mediante titoli di credito emessi da Poste Italiane. In pratica, il contribuente riceverà un assegno vidimato che potrà riscuotere presso qualsiasi ufficio postale. La riscossione deve avvenire entro 60 giorni. Laddove l’assegno del rimborso IRPEF non è riscosso, l’importo tornerà nella disponibilità dell’Agenzia Entrate.

Nella successione anche i crediti fiscali

Potrebbe accadere che il contribuente abbia presentato la dichiarazione redditi chiedendo a rimborso il credito che ne scaturisce. Successivamente, prima che l’Agenzia Entrate eroghi il rimborso, il contribuente viene a mancare per decesso.

Si apre, dunque, la successione ereditaria. Questo significa che dalla data della sua morte, gli eredi (coniuge, figli, ecc.) subentrano per legge nel patrimonio del deceduto (c.d. asse ereditario), tranne il caso in cui non accettano l’eredità.

Nell’asse ereditario che va in successione, vanno anche i crediti che il contribuente vantava verso il fisco. Quindi, anche il rimborso da dichiarazione redditi non ancora ricevuto.

Ricordiamo che tra gli adempimenti previsti a carico degli eredi c’è la presentazione all’Agenzia delle Entrate della dichiarazione di successione ereditaria. Un adempimento che non sempre è obbligatorio. Infatti, NON c’è obbligo di dichiarazione di successione se l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto e l’attivo ereditario ha un valore non superiore a 100.000 euro e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari.

Non presentare la successione non significa perdere il diritto all’eredità. Per perdere l’eredità si deve rinunciare espressamente. Se non si presenta la dichiarazione di successione, laddove obbligati, si avranno solo sanzioni.

Come avviene il rimborso IRPEF agli eredi

Quando, viene a mancare una persona, dunque, il rimborso sarà pagato dall’Agenzia Entrate ai soggetti aventi diritto. Ossia agli eredi. Il pagamento sarà fatto per l’importo corrispondente alla rispettiva quota ereditaria, come risultanti dalla dichiarazione di successione presenta.

Il rimborso IRPEF agli eredi sarà fatto con procedura automatizzata, senza necessità di presentare istanza.

Gli eredi possono, comunque, comunicare all’Agenzia Entrate di NON volere il rimborso. Tale scelta si comunica, utilizzando un servizio web disponibile nell’Area riservata del relativo sito internet dell’Agenzia stessa. In particolare, dopo essersi autenticati, occorre selezionare la scheda “Servizi” e poi la categoria “Rimborsi”. In alternativa, è possibile utilizzare anche la casella di ricerca testuale.

Ciascun erede più rinunciare e la rinuncia di uno non incide sulla scelta dell’altro.

Nel caso in cui, invece, la dichiarazione di successione non è stata presentata (per dimenticanza o perché non c’è obbligo), l’Agenzia delle Entrate, per la lavorazione della pratica di rimborso chiederà agli interessati di produrre la documentazione idonea ad attestare la qualità di eredi (ad esempio lo stato di famiglia storico).