La Riforma Pensioni PA con un’uscita anticipata a 62 anni dovrebbe essere presentata a breve dalla Pubblica Amministrazione.

Si tratta di un maxi-incentivo per l’esodo volontario dei dipendenti pubblici, che potrebbero collocarsi a riposo con un’età anagrafica di almeno 62 anni ed un’anzianità contributiva minima di 30 anni.

Si tratta di un disegno in audizione al Senato che, se approvato, garantirebbe il ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione italiana.

Riforma Pensioni PA: a chi spetta l’uscita anticipata?

Una misura anticipata di almeno 62 anni dovrebbe arrivare a breve realizzata esclusivamente per una platea dei dipendenti pubblici.

Una Riforma Pensioni PA porterebbe i lavoratori della Pubblica Amministrazione a poter uscire dal mercato del lavoro con un’età anagrafica di almeno 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 30 anni.

Il Segretario confederale della UIL, Domenico Proietti, mira ad ottenere una rivisitazione della disciplina di adeguamento dei requisiti connessi all’allungamento della vita media della popolazione.

Ciò per bloccare il meccanismo di adeguamento dell’età pensionistica in cui i lavoratori possono aderire a un piano di pensionamento.

Proietti spinge il Governo Draghi verso l’apertura di un libero confronto sulle tematiche connesse all’uscita anticipata dal lavoro che garantisca una maggiore flessibilità per tutti i lavoratori.

Riforma Pensioni Pubblica Amministrazione: Quota 92

Quota 92 è una misura anticipata che garantisce un’uscita dal mercato del lavoro a 62 anni e un’anzianità contributiva minima di anni 38.

È una misura attiva per tutti i lavoratori (settore pubblico e privato) con il raggiungimento del requisito anagrafico di 62 anni e la maturazione del requisito contributivo che porta a 38 anni.

I dipendenti statali devono poter rientrare nella misura anticipata. L’esodo anticipato non dovrebbe comportare alcuna forma di decurtazione sull’importo dell’assegno pensionistico.

Riforma Pubblica Amministrazione: le intenzioni di Brunetta

L’obiettivo è quello di potenziare la Pubblica Amministrazione visto il ruolo di primaria importanza che questa avrà nel progetto di attuazione delle riforme previste.

La finalità è quella di “svecchiare” il comparto pubblico:

“Bisogna lavorare sulla qualità del comparto pubblico. Oggi abbiamo lo strumento nuovo del Recovery, dei 209 miliardi dell’Europa, che ci danno solo se sappiamo spenderli bene”,

ha sottolineato Brunetta.

“Serve un capitale umano efficiente. Dobbiamo cambiare la selezione, aumentare il numero e reclutare i migliori con il sistema del “cherry picking”. Dobbiamo ripristinare il turn over al 100% e reclutare alcune migliaia di skill alti in più all’anno: voglio giovani preparati e qualificati che cambino il volto della Repubblica. I migliori medici, infermieri, tecnici, informatici.”