La nuova riforma delle pensioni si sta delineando. “Notizie dal futuro: 2032. Muore a 118 anni l’uomo più vecchio d’Italia. A pochi giorni dalla pensione“, dice Andrea Michielotto. Parole attraverso le quali si intende porre l’attenzione su una questione importante, come quella delle pensioni. Proprio quest’ultime, infatti, sono al centro delle critiche per via dei requisiti, sia anagrafici che contributivi, che vengono considerati dei paletti spesso insormontabili. Molti lavoratori si ritrovano a dover attendere moltissimi anni prima di poter lasciare il mondo del lavoro perché non riescono a maturare il numero di contributi richiesti.

Un requisito, quest’ultimo, sempre più difficile da centrare a causa della precarietà che continua ad essere uno dei maggiori problemi della nostra società. Per questo motivo si rivela fondamentale una riforma del sistema previdenziale nazionale che volga un occhio di riguardo anche alle generazioni future. Lo sa bene il governo guidato da Giorgia Meloni, le cui intenzioni sono chiare anche se non ancora ufficializzate. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Riforma pensioni: ora le intenzioni del Governo sono chiare anche se non scritte

Il governo è pronto a mettere in campo delle misure volte ad evitare il ritorno della Legge Fornero nel 2023. Quota 102 giungerà al termine il prossimo 31 dicembre e non verrà rinnovata. Al suo posto potrebbe essere introdotta Quota 103 grazie alla quale molti lavoratori potrebbero andare in pensione all’età di 62 anni, a patto di aver maturato 41 anni di contributi.

In base ad alcune stime sono circa 45 mila i lavoratori che l’anno prossimo potrebbero sfruttare tale opportunità per uscire prima dal mondo del lavoro. Sempre nell’ottica di consentire ai lavoratori di andare in pensione prima del raggiungimento dei 67 anni di età, così come previsto dalla Legge Fornero, il governo sembra pronto a prorogare Opzione donna e l’Ape Sociale.

Pensioni, proroga di Opzione Donna e Ape Sociale

Opzione donna offre la possibilità alle lavoratrici di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.

Entrando nei dettagli grazie a questa opzione è possibile andare in pensione a 58 anni di età se dipendenti o 59 anni se lavoratrici autonome, a patto di aver maturato 35 anni di contributi. Il tutto a fronte di un assegno di importo dell’assegno pensionistico più basso.

Quest’ultimo, infatti, è pari a circa il 30% in meno rispetto a quello a cui le lavoratrici avrebbero diritto attendendo la pensione di vecchia. I requisiti per chi vuole attendere la pensione di vecchiaia sono il raggiungimento dei 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.

Per finire l’Ape sociale permette a determinate categorie di lavoratori di andare in pensione all’età di 63 anni, a patto di aver maturato 36 anni di contributi. Il requisito scende a 30 se si tratta di disoccupati, disabili o caregiver.

Al momento comunque si tratta solo di ipotesi. Bisogna ancora attendere qualche settimana per vedere in cosa consisterà la riforma delle pensioni e quali saranno i requisiti richiesti per accedere a tale trattamento previdenziale nel corso del 2023 e negli anni a venire.