La questione pensioni è un tema molto complesso e delicato, che potrebbe portare a degli strappi significativi nell’attuale maggioranza di governo, una delle più ampie ed eterogenee mai avute.
Di sicuro, da più parti, si chiede il superamento della legge Fornero, ma anche di quota 100 e 102, in scadenza il prossimo anno.
Il 7 febbraio 2022 è in programma il prossimo confronto tra il Ministero del Lavoro e i sindacati sulla nuova riforma pensioni dal 2023.
L’obiettivo è quello di abbassare l’età pensionabile senza troppe ripercussioni sui conti pubblici (cosa facile a dirsi ma non a farsi).

L’ipotesi che starebbe prendendo piede è quella dell’introduzione di una mini-decurtazione per ogni anno di anticipo dell’età di pensionamento. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Riforma delle pensioni, si parla di una riduzione per ogni anno di anticipo

Come già detto in apertura, il 7 febbraio si terrà un importante tavolo tecnico tra il Ministero del Lavoro e i sindacati per discutere della prossima riforma delle pensioni. Da più parti si chiede l’abbassamento dell’età pensionabile, ma ciò avrebbe delle ovvie ripercussioni sui conti pubblici. Così, in queste ore si starebbe discutendo della possibilità di permettere l’uscita anticipata subendo una mini-decurtazione, circa il 3 per cento per ogni anno di anticipo, ma non oltre una certa soglia minima di età.
In questo modo, spiegano alcuni osservatori, verrebbe data la possibilità a tutti di anticipare il pensionamento e, allo stesso tempo, non ci sarebbero delle eccessive ripercussioni sulle casse dello stato.
Un altro argomento di discussione sarà quello di “Opzione Donna”. Ignazio Ganga, Segretario Confederale Cisl, ha spiegato che il 7 febbraio si parlerà anche della possibilità di usufruire del cumulo contributivo gratuito per potervi accedere. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della riforma delle pensioni 2023.

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