Il Parlamento è in ferie fino a settembre, ma il dibattito sulle riforme del welfare continua. Alla ripresa dell’attività parlamentare ci si attende un’attività infuocata. I temi spinosi da sciogliere sono tanti e scottanti.

Il più importante riguarda la riforma delle pensioni che dovrà essere attuata in vista della fine di quota 100 al 31 dicembre. Ancora non si è trovata una quadra perché le esigenze di bilancio non consentono più manovre a debito. Poi c’è il reddito di cittadinanza da rivedere, perché così com’è non va affatto bene.

La riforma pensioni

Il nodo della riforma pensioni ruota tutto intorno alla fine di quota 100. In assenza di interventi legislativi, dal primo gennaio 2022 scatterà per i lavoratori uno scalone di 5 anni. Il pensionamento anticipato a 62 anni con 38 di contributi volge infatti al termine.

Quota 41 come soluzione alternativa è stata bocciata perché costa troppo. Al suo posto ci sarebbero due ipotesi, sempre onerose ma meno impegnative per il Tesoro. Una nuova quota 100 (in pensione a 64 anni di età con 36 di contributi) e una forma di pensionamento flessibile. Essa prevede due fasi: l’uscita a 63 anni di età con pagamento della pensione per  la sola parte contributiva a cui si aggiungerebbe la parte retributiva al compimento dei 67 anni.

C’è poi da trovare le risorse per fornire maggiori garanzie ai giovani, o meglio, a coloro che avranno una pensione intermente calcolata con sistema contributivo e che non gode della integrazione al trattamento minimo di pensione.

Per le donne, infine, si sta pensando di estendere opzione donna che prevede il pensionamento anticipato a 58 anni di età con 35 di contributi.

Il reddito di cittadinanza

Altro tema caldo è la riforma del reddito di cittadinanza, la grande riforma del 2019 introdotta insieme a quota 100. Da un punto di vista politico, se viene meno la seconda, anche la prima non potrà rimanere così com’è.

Non è ancora chiaro che fine farà, ma una cosa è certa non sarà abolito, ma nemmeno resterà così. Anche qui, come per le pensioni, le esigenze di bilancio impongo una revisione della misura che del resto, così com’è concepita, non convince appieno.

Più probabile, invece, che non sia toccata la pensione di cittadinanza che, viceversa, potrebbe prendere rappresentare la nuova forma di pensione di garanzia per i giovani lavoratori.