
La riforma delle pensioni non serve solo a tutelare i pensionati di oggi o i lavoratori prossimi al ritiro. Soprattutto dopo l’allarme lanciato da Boeri per le pensioni future dei 35enni precari di oggi, si sente l’esigenza di una riforma delle pensioni a lungo respiro, che garantisca un assegno dignitoso ai giovani di oggi. Ma verso quale strada orientarsi? Il Presidente dell’Inps ha pronosticato un futuro tutt’altro che roseo per i 35enni precari di oggi: pensione a 75 anni e con assegni ridotti del 25%. Di seguito quattro proposte di riforma delle pensioni da attuare subito per limitare i danni e arginare l’allarme sul calcolo delle pensioni future. Di fronte alla prima ufficiale ammissione di impotenza dell’Inps, è tempo di passare dalle parole ai fatti. Allarme Boeri: senza riforma delle pensioni giovani a rischio povertà
Riforma pensioni: no al monopolio Inps e libertà di scelta per i contributi
La prima rivoluzione passa dal superamento del monopolio dell’Inps nella gestione dei contributi. Oggi infatti le aziende private sono obbligate a versare contributi all’INPS. Non è così in tutto il mondo: in Messico o in Cile, ad esempio, o in altri Paesi emergenti dell’ex “secondo mondo”, il lavoratore ha la facoltà di scegliere se versare i propri contributi allo Stato, oppure se affidarli a fondi bancari, pensionistici o assicurativi privati, monitorati da agenzie Statali specializzate.
Riforma pensioni: l’età pensionabile come scelta individuale
Quando si parla di riforma delle pensioni per garantire una maggiore flessibilità in uscita, l’obiettivo primario delle proposte è generalmente quello di abbassare l’età pensionabile o il montante minimo di contributo versati per l’accesso alla pensione di vecchiaia.
La vera rivoluzione concettuale sarebbe concedere ai lavoratori la libertà di scegliere a che età e con quale montante contributivo andare in pensione, ovviamente proporzionando l’importo dell’assegno.Riforma pensioni: buste paga più dettagliate
Tra le proposte anche quella di specificare meglio in busta paga tutte le trattenute, non solo quelle del Fisco ma anche quelle dell’Inps che non tornano al lavoratore sottoforma di pensione.
Riforma pensioni e spending review vanno di pari passo
Nessuna riforma delle pensioni è concretamente immaginabile senza copertura economica adeguata. E’ proprio la mancanza di fondi che bloccato sul nascere soluzioni astrattamente intelligenti. In quest’ottica ben si comprende la necessità di tagliare la spesa pubblica riformando l’Inps e tutti gli altri costi statali.