Per la riforma pensioni 2022 del Governo Draghi la partita è solo agli inizi. Perché i sindacati sono in fermento. E perché gli stessi partiti che sostengono la maggioranza proveranno, nell’iter parlamentare di approvazione della legge di Stabilità, a cambiare le carte in tavola.

Perché con la riforma pensioni 2022 del Governo Draghi già dal prossimo anno il ritiro dal lavoro con le anticipate sarà più complicato. Per quel che riguarda il rispetto del requisito anagrafico. Non solo con la Quota 102, infatti, è stato introdotto lo scalino.

Ma anche con Opzione Donna così come è riportato in questo articolo.

Riforma pensioni 2022 del Governo Draghi, ecco come i partiti ed i sindacati possono far saltare il banco

Per il momento, sulla riforma pensioni 2022 del Governo Draghi, non sembra esserci da parte dei sindacati il rischio di uno sciopero generale. Ma la situazione è in divenire con i partiti della maggioranza che potrebbero magari accettare il passaggio da Quota 100 a Quota 102, ma che potrebbero presentare, invece, delle proposte di modifica per Opzione Donna.

In quanto era attesa una proroga, ma non l’introduzione di uno scalino. Il requisito anagrafico, infatti, passerà dal 2022 per Opzione Donna da 59 a 61 anni per le lavoratrici autonome. E da 58 a 60 anni per le lavoratrici dipendenti.

Alimentando le attese, proprio con la riforma pensioni 2022 del Governo Draghi, di un ritorno graduale alla legge Fornero per le donne e per gli uomini che lavorano. E che per andare in pensione, a regime, rischiano di dover attendere il compimento del 67esimo anno di età.

La bomba sociale sulle pensioni dei giovani, quali soluzioni?

La riforma pensioni 2022 del Governo Draghi, inoltre, non affronta in maniera strutturale il problema di chi oggi è giovane e lavora. E che un domani rischia di vedere la pensione solo con il binocolo.

Da questo punto di vista i sindacati ed i partiti sembrano essere d’accordo nel dover affrontare quella che è stata definita come la bomba sociale sulle pensioni dei giovani che oggi lavorano.

E che domani, tra l’innalzamento dell’età pensionabile, e le carriere lavorative discontinue, saranno tagliati fuori dall’accesso alla previdenza pubblica.