Il superamento dei limiti di velocità è ammesso in via eccezionale per casi di particolare gravità o urgenza. Ma può rientrare in questa fattispecie evitare un furto in casa? Facciamo un esempio pratico che i giudici si sono trovati ad affrontare.

Un conducente, infatti, aveva superato i limiti di velocità per raggiungere il prima possibile la propria abitazione dopo che era scattato un allarme antifurto. In questa situazione la Cassazione ha ritenuto la multa valida. Secondo il parere dei giudici della Suprema Corte dunque la situazione non è tale da giustificare il superamento dei limiti di velocità previsti.

Certo, mettendosi nei panni di una persona che, mentre è fuori, riceve un messaggio di allerta per il rischio furto in casa, è facile comprendere lo stato di ansia ma la fattispecie non rispecchia quella necessità ed urgenza che ammette la violazione del codice della strada.

Lo stato di necessità di cui parla il codice infatti, e che permette di superare i limiti di velocità previsti, prevede l’esigenza di dover salvare se stessi o terze persone da un danno grave o un pericolo non volontariamente causato o evitabile (sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo). Nel caso dell’allarme e del relativo rischio di furto in casa, invece, si tratta “solo” di interessi economici che, per quanto delicati o rilevanti, non possono autorizzare il superamento dei limiti di velocità. Nonostante la preoccupazione per l’allarme di casa che suona, infatti, se il proprietario si precipitasse al suo indirizzo incurante dei limiti, non punterebbe a salvare persone ma oggetti (magari dal valore affettivo più che economico ma comunque cose non animate in ogni caso). Per questo motivo non si può fare ricorso ad una multa scattata da un autovelox adducendo come giustificazione il rischio, sebbene concreto, di furto in casa (senza neanche contare quante volte gli antifurto suonano senza che vi sia un’infrazione in atto).

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