Un padre non può rifiutarsi di riconoscere il proprio frutto, anche se nato da un’unione occasionale. Se il padre si rifiuta di riconoscere il bambino, infatti, la madre può chiedere l’accertamento della paternità tramite il test del DNA.

Test del DNA: obblighi e rischi per il padre

Il padre, è bene sottolinearlo, non è obbligato fisicamente in nessuno modo a sottoporsi all’esame del sangue per il riconoscimento della paternità. Ma questo comportamento, a meno che non avvenga per una ragione più che valida, potrebbe portare il giudice a considerare il rifiuto come una prova della paternità permettendo il riconoscimento del bambino senza bisogno del test del DNA (una sorta di ammissione).

Un padre che si vede attribuire la paternità di un figlio senza sottoporsi al test del DNA, in ogni caso, ha l’obbligo di rimborsare alla madre la sua quota spettante per il mantenimento del figlio.

Il riconoscimento del figlio, quindi, comporta per il padre il rischio di dover pagare il 50% di quanto speso dalla madre per il mantenimento del bambino dalla sua nascita fino al momento del riconoscimento. La paternità, quindi, anche se il riconoscimento avviene in un secondo momento, decorre dal momento della nascita e dallo stesso momento decorre anche l’obbligo del mantenimento del figlio.