Chi possiede una casa e sta pagando il mutuo non di rado si chiede quando è possibile chiedere la sospensione del pagamento del mutuo in caso di gravi difficoltà economiche. Non sono pochi coloro che per acquistare un bene immobile devono pagare a rate per poi ritrovarsi, tempo dopo, impossibilitati nel farlo. In questo articolo cerchiamo di vedere quando è possibile sospendere la rateizzazione.

Quando è possibile chiedere la sospensione delle rate

La sospensione del pagamento della rata del mutuo per difficoltà economiche è possibile, per una durata limite di 12 rate, grazie al Fondo di Solidarietà dei Mutui per l’acquisizione della prima casa.

Attualmente, quindi, si può richiedere il blocco temporaneo per le rate che scadono nel 2016 e 2017. In quali casi si può richiedere tale sospensione? I mutuatari possono chiedere alla banca che ha rogato il mutuo di provvedere alla sospensione dello stesso, per massimo 2 volte, solo se il mutuatario è rimasto disoccupato, quindi non sta lavorando, per un grave handicap che influisce sulle condizioni fisiche del mutuatario e solo se il reddito Isee non supera 30mila euro e l’importo del mutuo 250mila euro per abitazione principale e in caso di morte.

Per valutare se la banca è tra quelle che concedono la sospensione del mutuo è necessario controllare su sito dell’Abi. In seguito, in caso di risposta affermativa, per poter procedere alla richiesta bisognerà portare tutta la documentazione utile: dimostrare di essere disoccupati, consegnare lo stato di famiglia e la certificazione Isee. Utile in tal senso è scrivere una lettera alla sede della banca centrale, per conoscenza alla filiale della banca del richiedente, in cui si afferma di voler usufruire del Fondo di Solidarietà dei Mutui Prima Casa per reclamare la sospensione delle rate, dimostrando di essere in possesso dei requisiti per ottenere il blocco temporaneo delle rate.

Dopo aver inviato la lettera, con raccomandata andata e ritorno, il richiedente può presentarsi in seguito alla propria banca con la copia della missiva, per controllare a che punto è la pratica e sapere se questa è stata o meno accettata.

In caso di risposta negativa, nonostante la presenza dei requisiti per accedere alla sospensione, è possibile rivolgersi all’autorità competente e intraprendere una causa, che spesso può rivelarsi è lunga e complicata.