Il Reverse Charge è il meccanismo dell’inversione contabile che elimina l’Iva dagli acquisti. Nel corso del tempo, però, i settori interessati a tale meccanismo sono aumentati per cui il legislatore ha comunicato che vi sarà uno specifico regime sanzionatorio per le irregolarità. Ecco allora tutte le info dettagliate su come funziona Reserve Charge, su come scattano le sanzioni qualora il meccanismo non sia rispettato e come funziona il ravvedimento operoso.

Reserve Charge come funziona?

Il Reserve Charge si applica soltanto se il richiedente è un soggetto passivo di Iva per cui per cui quest’ultima deve essere versata da lui e non dal prestatore.

Ma come funziona esattamente il meccanismo del Reserve Change? Innanzitutto il richiedente compila una fattura senza addebitare l’Iva ma comunicando che per l’ operazione si effettuerà il meccanismo del Reserve Change. Il committente, invece, dovrà inserire in tale fattura  l’aliquota ed anche l’importo dell’Iva e poi dovrà inserirla sia nel registro degli acquisti che in quello delle  fatture emesse.

Reserve Charge: quando scattano le sanzioni?

Le sanzioni inerenti al Reserve Charge scattano quando  il cessionario (ovvero il richiedente) non adempie al pagamento dell’Iva . Costui quindi potrà ritrovarsi a pagare due tipi di sanzioni ovvero quella in misura fissa o quella in misura proporzionale. La prima è compresa tra i 500 ed i 20 mila euro e si ha quando la fattura non viene occultata completamente ma si evince dalla contabilità. L’altra invece può andare dal 5 al 10% dell’imponibile qualora manchi anche l’annotazione nella contabilità( come l’altra ai fini delle imposte dirette).

Reserve Charge: il ravvedimento operoso e le sanzioni

Il ravvedimento operoso si può utilizzare quando vi è una violazione e prevede l’applicazione della sanzione minima di cinquecento euro con una riduzione. Per poter ottenerla il richiedente dovrà integrare la fattura e poi dovrà registrarla sia nel registro delle fatture acquisti che in quello delle fatture emesse.

Ricordiamo che se il ravvedimento operoso verrà effettuato entro novanta giorni successivi alla violazione, allora la somma da pagare sarà di 55,66 euro. Se la violazione, invece, sarà regolarizzata entro il termine della presentazione della dichiarazione (nell’anno in cui è stata effettuata),  la somma da pagare sarà di 62,50 euro mentre sarà di 71,43 euro se essa verrà regolarizzata entro il termine di scadenza dell’anno successivo alla violazione. Infine la sanzione sarà di 83,33 euro se la violazione sarà regolarizzata oltre il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo delle violazione e di 100 euro se essa sarà regolarizzata dopo che si avrà il verbale di contestazione.

Sanzioni e ravvedimento operoso Reserve Charge

Qualora la fattura non risulti dalla contabilità,  la sanzione minima sarà pari al 5% degli imponibili non documentati con un minimo di 1000 euro. Il richiedente, in tale caso, dovrà comunque registrare ed integrare la fattura nel registro delle fatture acquisti e in quelle emesse e poi dovrà fare il versamento della sanzione che ovviamente sarà ridotta in base alla tempistica della regolarizzazione . Ad esempio sarà uguale al 5% se il ravvedimento operoso sarà comunicato entro novanta giorni successivi alla violazione.

In ogni caso, se la violazione effettuata comporterà un versamento di imposta inferiore, il richiedente dovrà versare:  la sanzione ridotta il cui codice è l’8904, gli interessi legali il cui codice è 1991 ed infine l’imposta non versata inserendo nel modello F24 il codice del tributo che dovrà essere inerente al periodo di riferimento. Ricordiamo infine che nel caso il modello IVA sia stato già compilato ed inviato,  esso dovrà essere corretto con una nuova dichiarazione integrativa. Per tutte le altre sanzioni, leggi anche: sanzioni in arrivo per dichiarazione Isee irregolare e sanzioni per mancamento versamento contributi Inps.