Le imprese finanziate con la misura Resto al sud hanno già iniziato a ricevere il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio. Contributo inteso  quale sostegno aggiuntivo per far fronte alle esigenze di liquidità connesse all’emergenza Covid-19.

A renderlo noto è stata Invitalia con apposito comunicato stampa.

I contributi a fondo perduto per le imprese “Resto al sud”: le previsioni del decreto Rilancio

Le imprese che hanno completato il progetto ammesso alle agevolazioni Resto al Sud, possono a un ulteriore contributo a fondo perduto, a copertura del fabbisogno di circolante:

  • pari a 15.000 euro per le attività svolte in forma individuale e
  • fino ad un massimo di 40.000 euro (10.000 euro per ciascun socio) per quelle esercitate in forma di società.

Difatti, tali previsioni normative sono contenute nell’art.

245 del D.l. 34/2020, c.d. decreto Rilancio.

Cosa si intende per ” fabbisogno di circolante”?

Il riferimento è alle  spese per materie prime, materiali di consumo, semilavorati e prodotti finiti; utenze e canoni di locazione per immobili; eventuali canoni di leasing; acquisizione di garanzie assicurative funzionali all’attività finanziata (fonte dossier ufficiale Camera/Senato D.l. 34/2020).

Le condizioni per richiedere il fondo perduto

In pratica, possono accedere al contributo i liberi professionisti, le ditte individuali e le società, ivi incluse le cooperative, beneficiari delle agevolazioni “Resto al Sud”.

Dal punto di vista pratico, per richiedere il “fondo perduto” è necessario:

  1. aver completato  il  programma di spesa finanziato dalla stessa misura agevolativa “Resto al Sud”;
  2. essere in possesso dei requisiti attestanti il corretto utilizzo delle agevolazioni;
  3. non trovarsi in una delle dieci condizioni che determinano la revoca totale o parziale delle agevolazioni (previste dall’art. 13, co. 1, del D.M. n. 174 del 2017);
  4. avere adempiuto, al momento della domanda, agli oneri di restituzione delle rate del finanziamento bancario pari al 65 per cento del finanziamento complessivo (che viene rimborsato entro otto anni dall’erogazione del finanziamento, di cui i primi due anni di pre- ammortamento, ai sensi dell’art.7, co. 3, lett. b) e co.
    4 del D.M. 174/2017).

Difatti, il contributo è erogato in un’unica soluzione da  “INVITALIA” contestualmente all’erogazione della quota a saldo (finanziamenti Resto al Sud) prevista dall’articolo 11, comma 5, del D.M. n. 174/2017. Al contrario, qualora sia già stata completata l’erogazione della misura Resto al Sud, il contributo a fondo perduto è erogato entro 60 giorni dalla presentazione della relativa richiesta.

Inoltre, la norma precisa inoltre che il contributo è determinato ai sensi e nei limiti del Regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione86. Regolamento relativo agli aiuto de minimis. Ciò comporta che, l’importo complessivo degli aiuti «de minimis» concessi da uno Stato membro a un’impresa unica non può superare 200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari.

Il comunicato di Invitalia

Con apposito comunicato stampa, Invitalia ha reso noto che le imprese finanziate con Resto al Sud, hanno già iniziato a ricevere il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio. Contributo inteso quale sostegno aggiuntivo per far fronte alle esigenze di liquidità connesse all’emergenza Covid-19.

A tal proposito, “Invitalia, con un mese di anticipo rispetto al termine fissato dal decreto, ha effettuato le prime erogazioni per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro alle 90 imprese che a giugno ne avevano fatto richiesta per salvaguardare la loro continuità e non compromettere”.

Inoltre, sempre nel comunicato, si legge come “questo ulteriore incentivo permetterà  ai beneficiari di Resto al Sud, di realizzare gli investimenti necessari per adeguarsi ai nuovi comportamenti di consumo della clientela. Con particolare riferimento alla digitalizzazione dei loro processi produttivi e gestionali. Ad esempio l’utilizzo dell’e-commerce e del contactless. Non soltanto come modalità di pagamento, ma anche di prenotazione e fruizione di un servizio turistico-culturale o enogastronomico.