La Naspi è quell’indennità che l’Inps eroga al disoccupato nel momento in cui questo perde il proprio lavoro in maniera del tutto indipendente dalla sua volontà. Perdere il lavoro quindi è tutelato, rispettando i requisiti prescritti (30 giorni di lavoro negli ultimi 12 mesi e 13 settimane negli ultimi 4 anni). A volte però capita di ricevere una indennità di disoccupazione non spettante o in parte non spettante. A volte può essere un errore di calcolo dell’Inps. Altre volte però dipende dal disoccupato che non presta attenzione ai suoi obblighi.

E sono tanti i casi in cui è necessario restituire la Naspi all’Inps

Buona sera, mi chiamo Gioia ed ho un breve quesito da proporvi. Non riesco a capire perché l’Inps mi ha comunicato di dover restituire 200 euro di Naspi che ho percepito durante il mio periodo di disoccupazione da gennaio a giugno del 2022. Un dubbio mi era venuto dal momento che la mia disoccupazione doveva finire a maggio quando ho preso a lavorare di nuovo, ma a luglio ho ricevuto un assegno di disoccupazione comunque. Credevo fosse il bonus da 200 euro o fosse un conguaglio a mio favore. Mi hanno forse pagato anche l’ultimo mese di Naspi spettante nonostante lavoravo?”  

La Naspi e la sua durata 

L’indennità per disoccupati Inps è una indennità che l’Istituto concede ai disoccupati involontari nel momento in cui restano e permangono senza lavoro. Si parla in questo caso di status da disoccupato. Infatti la Naspi è erogata per la metà delle settimane lavorate nei quattro anni precedenti la perdita del posto di lavoro. Si può percepire una Naspi per massimo 24 mesi. Anche se viene assegnata una Naspi per una durata così lunga, non è detto che ciò che è stato maturato deve essere per forza di cose liquidato da parte dell’Inps. Infatti la Naspi si interrompe nel momento in cui lo stato di disoccupazione decade.

Ci sono casi in cui anche il trovare un nuovo lavoro non fa perdere di diritto alla Naspi, soprattutto se si tratta di un lavoro di breve durata ed entro dei limiti reddituali prestabiliti. Per questo, spesso l’interruzione della Naspi non è automatica come molti lavoratori e disoccupati credono, non comunicando niente all’Inps nel momento in cui trovano occupazione. 

Cos’è il modello Naspi-Com
naspi

I disoccupati, nel momento in cui trovano un nuovo lavoro e risultano ancora beneficiari della Naspi, devono provvedere a comunicare all’Inps l’avvenuta rioccupazione. La comunicazione è obbligatoria perché così si consente all’Inps di verificare se permane il diritto alla Naspi del lavoratore, se questa deve essere interrotta o semplicemente ricalcolata alla luce del nuovo reddito. Soprattutto per nuove assunzioni a tempo determinato, la comunicazione tramite il modello Naspi-Com è fondamentale per evitare casi come quelli della nostra lettrice. L’Inps, infatti, continua a erogare la prestazione nel momento in cui non è a conoscenza del reddito che un disoccupato ottiene da una nuova occupazione per via di un lavoro a tempo determinato inquantificabile. In questo caso è fatto obbligo a un lavoratore di interrompere la Naspi, comunicando all’Inps la nuova assunzione tramite il modello prima citato. Altrimenti, si verifica la necessità di restituire la Naspi in più all’Inps.

Restituire la naspi all’Inps: come inviare la comunicazione  

Quando un beneficiario percepisce la Naspi, nel momento in cui trova nuova occupazione, ha cinque giorni di tempo per segnalare all’Inps la variazione della condizione di disoccupato. Entro 30 giorni dalla data di nuova occupazione, bisogna comunicare anche i redditi presunti. La comunicazione può essere effettuata tramite lo stesso patronato che ha presentato la domanda di disoccupazione a nome del lavoratore. In alternativa si possono usare i canali telematici dell’Inps, autenticandosi con lo SPID (Sistema pubblico di identità digitale) o utilizzando la Carta d’identità elettronica o la Carta nazionale dei servizi.

Sul sito dell’Istituto infatti c’è un’area dedicata proprio alla trasmissione di questo modello. Nel caso in cui il disoccupato sia stato assunto a tempo indeterminato, andrà inserita soltanto la data della relativa assunzione. Nel caso in cui il disoccupato sia stato assunto a tempo determinato va indicata anche la data di termine del contratto.