La chiamano “armonizzazione” delle rendite finanziarie, ma in realtà si tratta dell’ennesimo balzello mascherato sulla finanza. Nel mirino del fisco sono finiti i Titoli di Stato soggetti a imposta sostitutiva del 12,50%.

Il Mef sta infatti lavorando, nell’ambito della delega sulla riforma fiscale, a un riordinamento del prelievo sulle rendite finanziarie. Inclusi i fondi di investimento e i fondi pensione che godrebbero di un regime fiscale di privilegio.

Rendite finanziarie e Titoli di Stato

Il nostro ordinamento fiscale prevede che gli interessi sui Titoli di Stato (non solo italiani) ed equiparati siano tassati al 12,50%.

Vale a dire che per ogni 100 euro di interesse maturati, 12,50 euro finiscono nelle casse dell’erario, mentre al risparmiatore ne spettano solo 87,50.

Non solo, anche il capital gain che ne dovesse derivare è tassato al 12,50%, a differenza di tutti gli altri strumenti finanziari (obbligazioni bancarie, corporate, fondi d’investimento, ecc.) la cui tassazione è al 26%. Più del doppio quindi.

Il prelievo sulle cosi dette rendite finanziarie è stato introdotto nel 1998 ed è progressivamente aumentato fino ai giorni nostri. Partendo dal 12,50% appunto per arrivare fino al 26%. I Titoli di Stato sono stati, invece, preservati da maggiori imposte godendo così, a detta di alcuni, di un regime fiscale privilegiato.

La riforma del fisco

Quello che intende fare il governo Draghi, tramite la delega fiscale, è innalzare la tassazione delle rendite sui Titoli di Stato a livello del primo scaglione Irpef pari al 23%. Contestualmente si abbasserebbe l’aliquota di prelievo per tutti gli altri strumenti finanziari dal 26% al 23%.

A conti fatti, secondo i tecnici del Mef, l’operazione produrrebbe maggiori incassi per circa 1,2 miliardi di euro all’anno considerando che i risparmi degli italiani sono per la maggior parte investiti in Titoli di Stato e strumenti finanziari equiparati, come i libretti postali e i Buoni Fruttiferi Postali (Bfp).

Anche questi ultimi godono infatti di una aliquota fiscale pari al 12,50% e, se la riforma andasse in porto come prevedibile, vi sarebbe un raddoppio del prelievo fiscale sugli interessi maturati.

L’operazione a valle, per il singolo risparmiatore, sarebbe comunque mitigata da un maggior rialzo dei rendimenti a cui si sta andando incontro.

ve·nì·re

would come


verbo

come, be, come to, get, become, come out, arrive, occur, send, derive, be due, step, have got, be owed, cost