Assicurarsi una rendita vitalizia. Resta questa la soluzione per vivere un’età di pensione dignitosa. Nel nostro Paese la ricerca del lavoro è ancora difficile. Trovare un impiego appena si esce dal mondo dell’istruzione non è una cosa immediata. Molti all’inizio si accontentano di lavoretti o, comunque, di soluzioni non in linea con i propri studi e con la propria formazione.

Possono passare anche anni prima che si trovi un lavoro a tempo indeterminato e ben retribuito. Tutto questo si ripercuote sulla pensione futura.

Più tardi si comincia più tardi si esce dal mondo del lavoro. Inoltre meno anni di contributi si hanno minore sarà anche l’importo dell’assegno pensionistico mensile che si andrà a prendere.

Occorre poi fare i conti con una riforma pensioni con Quota 41 o altre soluzioni che però non arrivano.

Per molti, quindi, la soluzione resta la previdenza complementare con la stipula di una polizza vita a rendita vitalizia. Uno strumento per permette di percepire “a vita” una somma mensile che si aggiunge alla propria pensione. Questo però comporta un costo, rappresentato dal premio da pagare alla compagnia assicurativa per assicurarsi tale rendita.

Certo stipulare questo tipo di assicurazione avrà i suoi vantaggi ma anche i suoi rischi. Pertanto, prima della scelta è bene fare tutte le valutazioni del caso. Il contratto potrebbe, ad esempio, prevedere penalità nel caso di non regolarità nel pagamento dei premi.

La rendita vitalizia (immediata e differita)

La polizza vita rendita vitalizia, dunque, permette di percepire una somma che sarà pagata a vita mensilmente o secondo le altre tempistiche previste nel contratto stipulato con la compagnia di assicurazione.

Occorre distinguere:

  • rendita vitalizia immediata.
  • rendita vitalizia differita.

In quella immediata il premio è versato in unica soluzione. In questo caso l’impresa di assicurazione liquida all’assicurato, sin da subito, una rendita vitalizia rivalutata di anno in anno, finché resterà in vita.

Questo tipo di contratto ha però uno svantaggio, ossia non permette il rimborso anticipato del capitale.

Nel caso di rendita vitalizia differita, invece, il premio può essere versato in unica soluzione o anche a rate. In questo tipo di contratto:

  • l’impresa di assicurazione paga la rendita a partire da una data concordata (quindi non subito)
  • la rendita si rivaluta di anno in anno e viene versata finché l’assicurato resta in vita.
  • è possibile richiedere il riscatto anticipato del capitale.

La rendita differita è quella giusta per la pensione

Dunque, in quella “differita”, l’assicurazione non paga subito la rendita ma il pagamento comincia ad esserci dopo un periodo di tempo, detto “periodo di differimento”. Quest’ultimo può essere scelto dall’assicurato tra un periodo minimo ed un periodo massimo.

Esempio

Il sig. Rossi deve andare in pensione tra 20 anni. Questi potrebbe oggi stipulare un contratto di rendita vitalizia differita scegliendo (se il contratto lo permette) che il periodo di differimento sia a 20 anni. Questo significa che la compagnia di assicurazione accumulerà i premi versati dall’assicurato e dopo 20 anni dalla stipula del contratto inizierà a pagare la rendita. In questo modo il sig. Rossi quando andrà in pensione si ritroverà oltre la pensione stessa (pagata dall’INPS) anche la rendita vitalizia (pagata dall’assicurazione).

Questi anche gli altri aspetti da considerare se si scegli di stipulare una polizza vita a rendita vitalizia:

  • se l’assicurato muore durante il periodo di pagamento della rendita, l’assicurazione interrompe il pagamento e il contratto termine
  • laddove trattasi di rendita “reversibile”, il pagamento continuerà verso le persone indicate nel contratto
  • se il decesso dell’assicurato avviene durante il periodo di differimento, i premi versati verranno restituiti, al netto dei costi, ai beneficiari indicati nel contratto.

Rischi e valutazioni da fare nella scelta

Occorre mettere sul piatto della bilancio anche alcuni rischi.

Ad esempio, che gli importi pagati dall’assicurazione non siano in linea con quanto ci si aspettava a fronte dei premi pagati. Questo potrebbe comportare il sorgere di cause legali verso la compagnia stessa.

In genere poi i contratti da firmare sono molto lunghi e con clausole precise. Dunque, una NON attenta lettura di quanto si sta firmando potrebbe poi avere conseguenze “irreversibili” sui tempi e modalità di fruizione della rendita.

Altra importante valutazione da fare è la capacità economica che si ha per sostenere i premi da pagare. Quindi, bisogna considerare se le proprie entrate permettono di accogliere, oltre ai costi del vivere quotidiano, anche quelli del premio da destinare all’assicurazione.

Bisogna poi considerare l’importo della rendita vitalizia che si vorrebbe avere. Se un soggetto già è a conoscenza che la sua pensione sarà, ad esempio, di 900 euro mensili e vuole integrala con una bella rendita vitalizia dovrà pagare premi più elevati. Solo così potrà contare su un’entrata soddisfacente quando la vecchia prenderà il sopravvento nella propria vita.