L’uscita immediata dal regime forfettario non sarà con mano pensante. Lo dice l’Agenzia delle Entrate nel corso del 6° Forum Nazionale dei Commercialisti ed Esperti contabili sulle novità della Manovra di bilancio 2023. All’incontro hanno partecipato Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e stampa specializzata.

Il chiarimento si è reso necessario dopo le modifiche al regime apportate dalla manovra.

Quest’ultima, ricordiamo ha innalzato da 65.000 euro a 85.000 euro il limite di ricavi/compensi annui da non superare per essere in questo regime di favore.

Ha anche stabilito che se i ricavi/compensi annui risultano superiori a 100.000 euro, l’uscita sarà immediata.

Ed è proprio sulle conseguenze dell’uscita che il fisco ha fornito un’importante precisazione.

La regola per l’uscita dal regime forfettario

Per comprendere la portata del chiarimento occorre fare un passo indietro. In primis occorre ricordare che il forfettario gode di vantaggi e svantaggi. Tra i vantaggi c’è che non applica nelle fatture emesse l’IVA e nemmeno la ritenuta d’acconto.

Da quando è stato introdotto, la regola generale prevede che si esce dal regime a partire dall’anno d’imposta successivo a quello in cui vengono meno i requisiti.

Esempio

Il sig. Giuseppe ha partita IVA in regime forfettario. A fine anno 2021 ha verificato che i ricavi di quello stesso anno hanno superato 65.000 euro. Il tal caso la regola dice che questi doveva uscire dal forfettario nel periodo d’imposta 2022 (quindi, il 2021 è salvo).

Ne consegue che nel Modello Redditi 2022 (anno d’imposta 2021) Giuseppe ha potuto liquidare l’imposta sostitutiva prevista per questo regime. Mentre nel Modello Redditi 2023 (anno d’imposta 2022) dovrà liquidare le ordinarie imposte sul reddito (IRPEF, addizionali, ecc.).

Inoltre nel 2022 doveva emettere fatture con IVA e ritenuta d’acconto.

La novità per l’uscita immediata: il chiarimento

La Manovra di bilancio 2023 è intervenuta con dei correttivi.

In pratica ha stabilito che si esce immediatamente dal regime forfettario (quindi, non dal periodo d’imposta successivo) se si dovesse superare la soglia di 100.000 euro di ricavi/compensi.

Esempio

Il sig. Antonio è una partita IVA già forfettaria nel 2022. In base alle nuove regole, quindi:

  • se nel 2023, Antonio ha ricavi/compensi annui NON superiori a 85.000 euro, questi nel 2023, e anche nel 2024, continua ad essere forfettario;
  • laddove nel 2023, Antonio superi 85.000 euro ma NON 100.000 euro, questi per l’anno d’imposta 2023 resta forfettario, mentre uscirà nel periodo d’imposta 2024;
  • se nel 2023 supera in corso di anno 100.000 euro, Antonio, uscirà subito (ossia già nel 2023) dal forfettario.

E sull’uscita immediata dal regime, l’Agenzia Entrate ha chiarito che il regime ordinario si ripristina dal momento stesso in cui si esce.

In sostanza se, ad esempio, la soglia di ricavi risulta superata il 2 maggio 2023 solo da questo momento il contribuente dovrà emettere fattura indicando la ritenuta d’acconto. Quindi, non ci sarà retroattività. Questo perché le ritenute si rendono applicabili al momento della “corresponsione” dei compensi.

L’Agenzia Entrate dovrebbe però chiarire come comportarsi ai fini IVA.