Il regime forfettario sembra bello e caro, ma ha le sue pecche. Non solo vantaggi, ma anche svantaggi. Quindi, chi ha partita IVA deve ben valutare la convenienza o meno ad operare in questo regime fiscale.

Non sono tutte rose e fiori, ma ci sono anche le spine di cui bisogna tener conto. E una di questa spine è l’impossibilità di detrarre e dedurre gli oneri personali. Ci riferiamo ad esempio alla detrazione per coniuge e figli a carico, alla detrazione del 19% delle spese sanitarie e degli interessi del mutuo, alla deduzione dei premi pagati volontariamente a fondi pensione, ecc.

Si tratta di sgravi fiscali persi. Le cose, però, non sono sempre così. Esistono casi in cui nonostante si ha partita IVA in forfettario, si possono comunque avere queste detrazioni e deduzioni.

Come funziona il regime forfettario

Chi ha partita IVA in regime forfettario, sul reddito dell’attività svolta non paga l’IRPEF, le addizionali e non paga nemmeno l’IRAP. Questi paga un’imposta sostitutiva, calcolata con aliquota del 15%. Esiste però anche il forfettario al 5% per i primi 5 anni se rispettati determinati requisiti.

Tale aliquota del 15% (o 5%) si applica su un reddito imponibile calcolato in maniera “forfettizzata”. In pratica ai ricavi/compensi percepiti nell’anno d’imposta si applica un coefficiente di redditività che varia a seconda dell’attività svolta.

Esempio

Il sig. Antonio è un avvocato con partita IVA in forfettario. Il coefficiente di redditività previsto per questa attività è 78%. Questi nel 2022 ha percepito compensi per 50.000 euro. Quindi, il reddito da considerare per il calcolo dell’imposta sostitutiva con riferimento all’anno d’imposta 2022 è pari al 78% di 50.000 euro, ossia 39.000 euro.

Dal reddito così determinato, il regime forfettario NON può dedurre nessun costo inerente l’attività (acquisti macchinari, utenze luce e gas, costo degli stipendi, ecc.). Può dedurre solo i contributi previdenziali ed assistenziali assolti per legge (quindi, i contributi pagati all’INPS o altra cassa previdenziali di appartenenza).

Quando si possono avere le detrazioni per spese familiari

Le detrazioni e le deduzioni per oneri personali (detrazioni coniuge e figli a carico, detrazioni spese sanitarie, ecc.) sono sgravi fiscali che riguardano l’IRPEF. Quindi, chi paga questa imposta. Il regime forfettario, come detto, non paga IRPEF ma una sua imposta sostitutiva.

Ecco perché su tale imposta sostitutiva NON si possono far valere detrazioni per spese personali/familiari e perché sul reddito dell’attività NON si possono far valere deduzioni per oneri personali/familiari.

Laddove, tuttavia, chi ha partita in forfettario, oltre al reddito dell’attività ha anche altri redditi soggetti ad IRPEF, questi potrà godere su tali ultimi redditi anche degli sgravi fiscali “personali/familiari”.

Si pensi ad un regime forfettario che ha anche un contratto da lavoro dipendente. In questo caso sul reddito dell’attività di lavoro dipendente potrà godere delle detrazioni per coniuge e figli a carico, della detrazione 19% per l’università dei figli, ecc.