Per il regime forfettario, arrivano due anni di tolleranza per chi guadagna di più. Ovverosia, un regime fiscale transitorio. Rispetto alla flat tax al 15%, che avrebbe una durata pari proprio a 24 mesi. Prima dell’ingresso, pagando poi più tasse, nel regime ordinario IRPEF. Per la partita IVA in regime forfettario, quindi, ecco come potrebbe cambiare verso l’alto la soglia dei ricavi.

Nel dettaglio, il regime forfettario non cambia. Con flat tax al 15% e con la soglia dei ricavi o dei compensi non superiore alla soglia dei 65.000 euro.

Ma superata la soglia, sopra i 65.000 euro e fino alla soglia di 85.000 euro, il contribuente a partita IVA in regime forfettario non passerà al regime IRPEF. Ma ad un regime fiscale transitorio avente, come sopra accennato, una durata pari a due anni.

Regime forfettario, due anni di tolleranza per chi guadagna di più: come cambiano le soglie nel 2023

Sulla tassa piatta, infatti, è questa la novità che è contenuta nel disegno di legge sulla delega fiscale del Governo italiano. Che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi.

Con l’obiettivo di frapporre così, tra la flat tax al 15% e la tassazione IRPEF, quella che è stata definita come exit tax avente, come detto, una durata biennale.

Scivolo biennale per la flat tax al 15% anziché entrare bruscamente nel regime fiscale ordinario

Quindi, per il regime forfettario, si va verso l’introduzione dello scivolo biennale. Per evitare che, di conseguenza, sia troppo brusco il passaggio dalla tassa piatta al 15% all’IRPEF al 43%. Inoltre, non è detto che dallo scivolo si possa a regime passare ad una flat tax con soglia dei ricavi o dei compensi innalzata proprio a 85.000 euro. Ed in tal caso si si avvicinerebbe alla soglia dei 100.000 euro in passato ipotizzata proprio per il regime fiscale forfettario.