Regime forfettario, cosa cambia dal 2022? Nella prossima Legge di bilancio il regime forfettario potrebbe essere oggetto di restyling, soprattutto in riferimento alle condizioni d’accesso al regime di favore.

Ecco cosa potrebbe cambiare.

L’attuale regime forfettario: le condizioni di accesso e le cause di esclusione

Ad oggi, possono accedere al regime forfetario, comma 54 e ss. della legge 190/2014 coloro che:

  • hanno conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 65.000 euro (se si esercitano più attività, contraddistinte da codici Ateco differenti, occorre considerare la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate),
  • hanno sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro di terzi, compresi dipendenti e collaboratori.

Per il primo anno dell’attività si tiene conto dei ricavi potenziali.

I suddetti requisiti devono essere rispettati sia ai fini dell’accesso che ai fini della permanenza nel regime.

Regime forfettario: le cause di esclusione

Non possono accedere al regime forfetario:

  • le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva o di regimi forfetari di determinazione del reddito;
  • i non residenti, ad eccezione di coloro che risiedono in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo che assicuri un adeguato scambio di informazioni e che producono in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato;
  • i soggetti che effettuano, in via esclusiva o prevalente, operazioni di cessione di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi;
  • ecc.

Cosa potrebbe cambiare dal 2022?

Nella prossima Legge di bilancio potrebbero esserci delle novità non tanto sulle cause di esclusione ma soprattutto sulle condizioni di accesso. Si sta discutendo se togliere, come già era previsto per il 2019, la causa di esclusione afferente il sostenimento di spese per lavoro di terzi per un importo superiore a 20.000 lordi (il limite era di 5.000 euro fino a tutto il 2018).

Si tratta di una causa molto stringente che se venisse tolta, sicuramente permetterebbe a molte imprese e professionisti di accedere al regime di favore. Al contrario sembrerebbe esclusa l’ipotesi di reintroduzione della causa di esclusione in base alla quale fino al 2018, per accedere al regime forfettario,  il costo complessivo, al lordo degli ammortamenti, dei beni strumentali alla chiusura dell’esercizio, non doveva superare 20.000 euro.

L’obiettivo della prossima Legge di bilancio deve essere quello di allargare l’applicabilità del regime forfettario a più soggetti possibili. Per molte imprese e professionisti colpiti dalla crisi economica legata al Covid-19, potrebbe essere d’aiuto pagare le tasse al 15%. Anche per i lavoratori dipendenti che intendono aprire la partita iva.