Il redditometro, ovvero lo strumento che l’Agenzia delle Entrate utilizza per scovare gli evasori fiscali, è attualmente congelato. In pratica chi ha fatto spese non coerenti con i redditi dichiarati da dopo il 2016, sarà salvo da controlli fiscali. Si tratta, come è facile intuire, di una situazione di vantaggio fiscale temporanea, dovuta ad un inceppamento del sistema. In pratica il redditometro (che fa scattare i controlli fiscali in caso di discostamenti superiori al 20%) risulta attualmente e temporaneamente sospeso per le tutte le dichiarazioni dal 2016 in poi (quindi per i redditi prodotti fino al 2015), mentre resta operativo per le annualità precedenti.

Tutto questo in attesa dell’emissione dei nuovi decreti attuativi.

Chi ha sospeso il Redditometro e che cosa succederà ora?

Il Decreto dignità, approvato a fine 2018, aveva sospeso il redditometro. L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che lo strumento si continua ad usare per le dichiarazioni dei redditi presentate fino al 2016, quindi relative all’anno d’imposta 2015 incluso. Questa data fa quindi da spartiacque per l’evasione fiscale e i relativi controlli. In pratica nella circolare di agosto si conferma che, sebbene il redditometro non sia stato cancellato, di fatto è inapplicabile alle annualità d’imposta successive al 2015 (dichiarazione dei redditi 2016), in attesa di nuove disposizioni (che non si intravedono all’orizzonte per il momento).
Il meccanismo di funzionamento del redditometro è abbastanza lineare: quando emerge un gap dal 20% tra quanto dichiarato e quanto speso in su al contribuente viene inviata una lettera di contestazione contenente la richiesta di chiarimenti. La lettera è un semplice invito a spiegare da dove sono provenuti i soldi. Se non ci riuscirà subirà la sanzione per evasione fiscale.
La sospensione era in realtà dovuta alla volontà di ottimizzare lo strumento di controllo, migliorandolo e affinandolo. Si pensava, ad esempio, a metodi per prevedere
la capacità di risparmio del contribuente e la sua propensione alla spesa.

Ecco perché, di fatto, chi ha posto in essere comportamenti potenzialmente a rischio di controlli anti evasione dall’2016 in poi non sarà soggetto a controlli tramite Redditometro: la circolare ha disposto che l’applicabilità del redditometro così come funzionante, si ferma all’anno 2015 e non va oltre. In attesa di nuove disposizioni sullo strumento questa risulta essere la situazione di fatto.