Il reddito di cittadinanza è la principale misura di contrasto alla povertà oggi in vigore in Italia. Sono tantissime le famiglie e i singoli che percepiscono questo strumento di sostegno. Il numero dei beneficiari è aumentato considerevolmente dopo l’impatto di una crisi economica nata con la pandemia è peggiorata con il conflitto in Ucraina. Capita spesso però che anche chi percepisce il sussidio, non abbia ben chiare alcune particolarità della misura che riguardano anche gli importi percepiti. Uno sul lettore per esempio si domanda perché da un mese all’altro l’importo erogato dall’INPS è calato:

“Salve, non riesco a capire perché il 27 luglio scorso ho percepito il reddito di cittadinanza di soli 250 euro al posto dei soliti 500 che ho percepito nei mesi precedenti.

Premetto che ho un ISEE corrente pari a zero non avendo redditi e patrimoni. Ho aperto una segnalazione all’INPS ma ancora non ho risposta. A gennaio il mio CAF ha presentato la domanda del reddito di cittadinanza e quindi ho percepito soltanto i primi sei mesi di sussidio. Sono stato penalizzato da qualcosa?”

Perché l’importo del reddito di cittadinanza può essere tagliato

I motivi per i quali una persona che beneficia del reddito di cittadinanza trova importi differenti da una mensilità all’altra, possono essere molteplici. Dare una risposta sicura al nostro lettore è quindi impossibile. Però in base alle sue informazioni, si può ipotizzare quale sia stato il motivo per cui l’importo del reddito di cittadinanza a lui erogato dall’INPS è sceso da 500 euro a 250 euro in un solo mese. Per poter percepire il reddito di cittadinanza occorre rispettare i requisiti patrimoniali e reddituali utili della misura. Requisiti che l’INPS, in sede di istruttoria della domanda, recupera dall’ISEE dove compare il diretto interessato. Dal momento che si tratta di una persona singola, l’importo del reddito di cittadinanza spettante è pari a 500 euro ma solo a condizione che non abbia altri redditi e altri patrimoni.

In altri termini questa somma è quella spettante a chi ha ISEE pari a zero e non vive in casa d’affitto. Infatti chi vive in affitto oltre a 500 euro di integrazione reddituale ha diritto anche al cosiddetto affitto imputato da 280 euro al mese.

Alcuni motivi diffusi di taglio del sussidio

Chi subisce un taglio del reddito di cittadinanza lo subisce nel momento in cui durante il periodo di fruizione della misura ottiene, anche solo per brevi periodi, un reddito che non è stato indicato nell’ISEE. Infatti, è fatto obbligo ai beneficiari del reddito di cittadinanza produrre il cosiddetto RDC COM, il modello con cui si comunicano eventuali variazioni reddituali, patrimoniali e di composizione della famiglia dei beneficiari. Dal momento che i 500 euro sono una integrazione al reddito, ogni altra entrata extra incide sulla misura della prestazione erogata. Probabilmente questo non è il caso del nostro lettore, dal momento che continua a dire di avere ISEE pari a zero.

I soldi della card vanno spesi?

Un altro caso di sussidio tagliato può essere quello che deriva dal meccanismo con cui bisogna spendere i soldi del sussidio stesso. Tuti i soldi caricati sulla card gialla RDC devono essere spesi nel mese in cui vengono erogati, o meglio, prima della ricarica successiva. Tutti i soldi che restano sulla carta infatti vengono tagliati dalle ricariche delle mensilità successive. Caso questo piuttosto raro perché sono davvero poche segnalazioni di persone che non riuscendo a spendere i soldi di una mensilità di reddito di cittadinanza si sono visi penalizzati in quella successiva.

La scadenza dell’ISEE corrente

Probabilmente il fatto che il reddito di cittadinanza sia stato tagliato al nostro lettore deriva dall’ISEE. Come lui stesso ha detto, il suo ISEE pari a zero è la versione corrente.

Parliamo quindi di un ISEE particolare, che è nato per dare un quadro più corrispondente alla situazione reddituale e patrimoniale attuale del richiedente. Per aver avuto la necessità di chiedere l’ISEE corrente il lettore nel 2020 (anno di riferimento dell’ISEE 2022, ndr), aveva redditi o patrimoni che oggi non ha più. L’ISEE ordinario era sicuramente più alto a tal punto da garantirgli 250 euro al mese di reddito di cittadinanza. L’ISEE corrente scade dopo 6 mesi, a differenza di quello ordinario che dura fino al 31 dicembre di ogni anno. Avendolo ottenuto a gennaio, è facile che l’ISEE corrente di chi ci scrive sia scaduto a giugno. E l’INPS in questo caso aggancia il reddito di cittadinanza all’ISEE in corso di validità, che per il lettore è tornato ad essere quello ordinario.

Cosa si può fare per ritornare alla cifra originaria del RDC

Nulla è perduto, almeno per le mensilità successive. Infatti il lettore non dovrà fare altro che rinnovare l’ISEE corrente. In questo caso l’INPS tornerà ad agganciare il sussidio a questo ISEE. Da settembre (per agosto è presumibile che il lettore non faccia più in tempo), ad ISEE corrente rinnovato, l’importo del sussidio dovrebbe tornare a 500 euro. Purtroppo per le mensilità oggetto del taglio, l’interessato non potrà recuperare niente.