E a mano a mano si scioglie nel pianto quel dolce ricordo sbiadito dal tempo. Di quando vivevi con me in una stanza, non c’erano soldi ma tanta speranza“, canta Riccardo Cocciante con il brano A mano a mano. E chissà se il reddito di cittadinanza diventerà un ricordo sbiadito, oppure continuerà a essere utilizzato come forma di sostegno per le persone alle prese con delle difficoltà economiche.

A fornire delucidazioni in tal senso ci dovrà pensare il nuovo governo guidato dalla prima premier donna in Italia, ovvero Giorgia Meloni.

In particolare, a ricoprire un ruolo fondamentale in tale ambito Marina Elvira Calderone, nuovo ministro del Lavoro, che si dovrà occupare della riforma del reddito di cittadinanza. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Il nuovo ministro del Lavoro salverà il reddito di cittadinanza ma non come funziona oggi

Il 25 settembre 2022 gli italiani hanno avuto la possibilità di ritornare a eleggere il proprio governo e la scelta, come noto, è ricaduta sul partito con a capo Giorgia Meloni. Il nuovo governo ha da poco prestato giuramento e ora è chiamato a prendere decisioni importanti in diversi ambiti, tra cui Fisco ed economia. Tanti gli argomenti al centro dell’attenzione, come ad esempio il futuro del reddito di cittadinanza.

Nei piani della coalizione di centro destra, così come si evince dal programma elettorale, il superamento del discusso sussidio. I percettori del reddito di cittadinanza, però, sembra possano tirare un sospiro di sollievo. Il nuovo ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, infatti, sembrerebbe pronta a salvare questa misura, ma non come la conosciamo oggi. Presidente del consiglio Nazionale dei Consulenti del lavoro, la Calderone ha sempre mantenuto un atteggiamento neutro sulla questione.

In base alle prime indiscrezioni, comunque, sembra che la sua volontà sia quella di salvare il reddito di cittadinanza, potenziando la politica attiva.

Al fine di incentivare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, inoltre, il nuovo ministro del lavoro sarebbe favorevole a inasprire le sanzioni a carico dei soggetti che rifiutano un’offerta di lavoro. Per questo motivo, con la riforma del reddito di cittadinanza targata governo Meloni, la decadenza del sussidio potrebbe scattare già al primo rifiuto.

Al momento comunque si tratta solo di supposizioni e non è dato sapere cosa deciderà il nuovo governo. Bisognerà attendere, molto probabilmente, ancora qualche settimana prima che l’esecutivo si sbilanci sulla riforma del reddito di cittadinanza. Si tratta, d’altronde, di una misura importante, le cui novità apporteranno degli importanti cambiamenti nella vita delle persone che ne beneficiano.