Lo Stato, come da ordinanza della Protezione Civile, ha destinato 400 milioni di euro da ripartire proporzionalmente tra i Comuni d’Italia. Questa somma è destinata ad “interventi di solidarietà alimentare”, e quindi all’assegnazione di puoni pasto, alle famiglie in difficoltà economica a causa dell’emergenza Coronavirus che in questi giorni sta colpendo il nostro Paese.

Ci si chiede se anche i titolari di reddito di cittadinanza o di altro sostegno pubblico (Rei, Naspi, indennità di mobilità, cassa integrazione guadagni, altre forme di sostegno previste a livello locale o regionale) hanno diritto al buono spesa.

A far luce sulla questione è dovuta intervenire l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), la quale, attraverso una recente nota sull’ordinanza della Protezione civile n. 658, fornisce utili informazioni in merito a questo quesito. Vediamo meglio di cosa si tratta.

 

Buoni pasto spettano anche ai percettori di Reddito di Cittadinanza?

Come è possibile leggere sulla nota dell’Aci, ciascun comune, sostanzialmente, deve predisporre il buono spesa in base a criteri definiti in autonomia.

La competenza in merito all’individuazione della platea dei beneficiari ed il relativo contributo è attribuita all’Ufficio dei Servizi Sociali di ciascun Comune.

L’ufficio individua la platea tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid – 19 e tra quelli in stato di bisogno.

In particolare, si legge nella nota, “l’ufficio darà priorità a quelli non assegnatari di sostegno pubblico (Reddito di Cittadinanza, Rei, Naspi, indennità di mobilità, cassa integrazione guadagni, altre forme di sostegno previste a livello locale o regionale)”, ma, continua la nota, “ciò non esclude che le risorse possano essere attribuite anche a percettori di altre forme di sostegno pubblico al reddito, ma nell’attribuzione del contributo  dovrà darsi priorità a chi tale sostegno non lo riceve”.

 

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