Stanno arrivando alcune indiscrezioni sulle possibili modifiche che potrebbero essere apportate al reddito di cittadinanza già con la prossima Legge di Bilancio, dunque entro la fine di quest’anno.
Nei piani della Meloni c’era il superamento di questo strumento con il reddito di solidarietà: un sussidio a favore dei soli “fragili”:

  • anziani senza un lavoro;
  • nuclei familiari con la presenza di disabili o minori.

Il beneficio, in altre parole, sarebbe stato precluso solamente ai giovani senza un lavoro. A quanto pare, però, il governo si starebbe adesso muovendo verso un’altra direzione.


Il reddito di cittadinanza non sarà cancellato, ma saranno previste delle decurtazioni (fino alla decadenza dal sussidio) e l’inserimento di percorsi formativi personalizzati per i percettori che non trovano lavoro. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Reddito di cittadinanza: decurtazioni, decadenza e controlli

Il reddito di cittadinanza dovrebbe continuare a essere erogato ai giovani senza un lavoro, anche dopo le modifiche all’Istituto che saranno apportate con la prossima Legge di Bilancio (quindi entro la fine di quest’anno). A parlarne è stato il senatore della Lega Claudio Durigon in una recente intervista rilasciata su Radio24.
La novità più importante riguarda l’introduzione di sospensioni periodiche e decurtazioni programmate. Sarà possibile fruire del sussidio in misura piena solamente per i primi 18 mesi. Trascorso tale periodo di tempo, l’assegno sarà sospeso per sei mesi, durante i quali il beneficiario sarà inserito in un percorso di politiche attive del lavoro, con corsi di formazione adatti al suo profilo e alle richieste delle aziende.
Se trascorsi questi 6 mesi il soggetto non è ancora riuscito a trovare un lavoro, allora, potrà ritornare a percepire il sussidio, ma in misura ridotta del 25 per cento e per soli altri 12 mesi.
A questo punto, l’assegno sarà sospeso per altri sei mesi e partirà un nuovo percorso di formazione.

Infine, il soggetto potrà beneficiare, per l’ultima volta, di altri 6 mesi di sussidio con una decurtazione di un ulteriore 25 per cento della somma erogata (50 per cento rispetto al primo assegno percepito).
Riepilogando, l’assegno sarà erogato con questa cadenza:

  • 18 mesi di pagamento;
  • 6 mesi di stop;
  • 12 mesi di pagamento (con una decurtazione del 25%);
  • 6 mesi di stop;
  • 6 mesi di pagamento (con un’ulteriore decurtazione del 25%).

Se al termine di questo ciclo il percettore non è riuscito a trovare alcuna occupazione, perderà per sempre il diritto al sussidio.
Oltre a questo, dovrebbe essere prevista la decadenza da sussidio già alla prima offerta di lavoro rifiutata (attualmente se ne possono rifiutare due).

Ricordiamo che, allo stato attuale, si tratta di semplici indiscrezioni. Per avere maggiori certezze bisognerà attendere la lettura del testo definitivo della Legge di Bilancio 2023.