Giorgia Meloni sarà presto chiamata dal presidente della repubblica, Sergio Mattarella, a formare un nuovo governo. Un esecutivo che in pochissimo tempo dovrà studiare tutte le misure da dover inserite nella Legge di Bilancio 2023. In particolare, nei piani della Meloni, si parla già dell’abolizione o modifica del reddito di cittadinanza e poi ancora: pensioni, lavoro, riforma dei bonus edilizi ecc. Il problema è che il tempo a disposizione è davvero poco. Il governo non sarà in carica prima della fine del mese e la legge di bilancio dovrà essere approvata entro quest’anno.

Ad oggi non è possibile sapere con esattezza quali saranno le misure che il neo governo intenderà adottare, ma ovviamente è possibile fare delle ipotesi sulla base delle dichiarazioni che gli stessi leader dei partiti di maggioranza hanno rilasciato durante la loro campagna elettorale.

Più volte la Meloni e alcuni esponenti del proprio partito hanno detto di voler superare il reddito di cittadinanza almeno per come lo conosciamo adesso. Innanzitutto, si è parlato della possibile sostituzione di questo strumento con il cosiddetto reddito di solidarietà. Ma un’altra ipotesi, che sta prendendo sempre più piede in questi ultimi giorni, è quella che vede l’introduzione di una nuova norma che preveda la decadenza dal sussidio alla prima proposta di lavoro rifiutata. Vediamo meglio di cosa si tratta.

La Meloni dovrà riformare reddito di cittadinanza: modifica o definitiva abolizione?

Nei piani della Meloni, ma in realtà di tutto il centro destra, c’è il superamento del reddito di cittadinanza, almeno così per come lo conosciamo.

La Meloni, in particolare, vorrebbe sostituire il reddito di cittadinanza con il reddito di solidarietà. Si tratta, sostanzialmente, di un sussidio a favore solamente dei non occupati di età superiore a 60 anni, nonché alle famiglie con minori o persone con disabilità. Niente beneficio, dunque,  per giovani senza un lavoro.

In questo modo, secondo alcune sue recenti dichiarazioni, il sussidio sarebbe tagliato a circa la metà degli attuali percettori.

Un’altra ipotesi che sta prendendo sempre più piede in questi ultimi giorni è quella che vede l’introduzione di una nuova norma che preveda la decadenza dal sussidio alla prima proposta di lavoro rifiutata. Ipotesi che in realtà era stata proposta da Matteo Salvini, leader della Lega nord, ma che piace anche ad alcuni partiti di opposizione, come il terzo polo di Carlo Calenda.

Lo scopo è quello di aiutare tutti i cittadini in difficoltà economica e allo stesso tempo facilitare l’incontro tra la domanda e offerta di lavoro. Ovviamente, allo stato attuale, si tratta di semplici indiscrezioni. Per saperne di più, bisognerà almeno attendere la formazione del nuovo governo e la stesura della Legge di Bilancio 2023.