“Tutta la diversità umana è il prodotto della varietà quasi infinita delle combinazioni di geni. Noi tutti siamo formati della stessa polvere cromosomica, nessuno di noi ne possiede un solo granello che possa rivendicare come suo. È il nostro insieme che ci appartiene e ci fa nostri: noi siamo un mosaico originale di elementi banali“, affermava Jean Rostand. Ognuno di noi, in effetti, è unico nel suo genere.

Allo stesso tempo facciamo tutti parte di un’unica grande comunità, dove è importante far valere i propri diritti.

Il tutto senza ledere i diritti altrui. Lo sa bene il governo che cerca di venire incontro alle esigenze delle famiglie economicamente disagiate mettendo a loro disposizione degli aiuti ad hoc. Tra questi si annovera il reddito di cittadinanza che, a breve, verrà sostituito da due nuovi sussidi. Ecco cosa cambia.

Reddito di cittadinanza, gli occupabili sono di due categorie diverse

Stando a quanto previsto dalla normativa vigente, i cosiddetti occupabili, ovvero le persone con un’età compresa tra i 18 anni e i 59 anni in grado di lavorare, hanno diritto all’erogazione del sussidio targato Movimento 5 Stelle per massimo sette mesi nel corso del 2023. Se percettori del reddito di cittadinanza in modo continuativo da gennaio, pertanto, si vedranno erogare l’ultima mensilità il prossimo mese di luglio.

Fanno eccezione coloro che possono lavorare, ma che presentano nel nucleo famigliare dei soggetti definiti fragili. Ovvero le famiglie con all’interno un minore, un disabile o una persona con un’età superiore a 60 anni, che hanno diritto all’erogazione del reddito di cittadinanza fino alla fine dell’anno in corso.

Assegno di inclusione al via a partire dal 2024

Il 2024 segnerà l’addio definitivo al reddito di cittadinanza. Al suo posto esordirà l’assegno di inclusione. Tale misura sarà destinata ai nuclei famigliari con un disabile, un minore o persona over 60.

Il tutto a patto che la famiglia richiedente presenti un Isee non superiore a 9.360 euro e reddito familiare pari a massimo sei mila euro. Quest’ultimo limite viene moltiplicato per il parametro di scala di equivalenza e di conseguenza può risultare più alto. L’importo di tale assegno sarà pari a 500 euro al mese, più un eventuale contributo per chi vive in affitto.

Supporto per la formazione e il lavoro già nel 2023

A partire dal 1° settembre 2023 farà già il suo debutto il cosiddetto Supporto per la formazione e il lavoro. Quest’ultimo, come si evince dall’articolo 12 del decreto legge numero 48 del 4 maggio 2023:

“è utilizzabile dai componenti dei nuclei familiari, di età compresa tra 18 e 59 anni, con un valore dell’ISEE familiare, in corso di validità, non superiore a euro 6.000 annui, che non hanno i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione. Il Supporto per la formazione e il lavoro può essere utilizzato anche dai componenti dei nuclei che percepiscono l’Assegno di inclusione, che non siano calcolati nella scala di equivalenza”.

Il Supporto per la formazione e il lavoro, è da sottolineare, è incompatibile con il Reddito e la Pensione di cittadinanza, così come ogni altra forma di sostegno al reddito per la disoccupazione. Sussidio dall’importo pari a 350 euro al mese, per beneficiare di tale opportunità è necessario che i soggetti interessati partecipino a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, accompagnamento al lavoro e politiche attive del lavoro.