Chi saranno i nuovi esclusi del reddito di cittadinanza? Facciamo il punto della situazione.

Giorgia Meloni sarà presto chiamata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a formare un nuovo governo.

Il nuovo esecutivo dovrà studiare tutte le misure da inserire nella Legge di Bilancio 2023.

Il problema è che il tempo a disposizione è davvero poco. Il governo non sarà in carica prima della fine del mese e la Legge di Bilancio dovrà essere approvata antro quest’anno.

I temi caldi da affrontare saranno quelli relativi alle pensioni, lavoro, riforma dei bonus edilizi ecc.

Ovviamente, c’è anche il Reddito di cittadinanza, che nei piani della Meloni andrebbe abolito.

Per quanto riguarda il Reddito di cittadina, la questione è un po’ complicata. Innanzitutto, alcuni esponenti della maggioranza, a cominciare da Salvini e Berlusconi, in diverse occasioni avrebbero dichiarato che questo strumento non va cancellato ma al massimo riformato, prevedendo, ad esempio, la decadenza dal beneficio alla prima offerta di lavoro rifiutata.

Inoltre, in questi giorni, la Commissione Europea ha lanciato un monito agli stati membri (e quindi anche all’Italia) relativo al reddito di cittadinanza o strumenti simili. L’Europa chiede di non abolirli, in quanto sarebbero fondamentali in periodi di recessione e inflazione come quello che stiamo vivendo in questi mesi.

Infine, chiariamo che anche la stessa Meloni vorrebbe sostituire il reddito di cittadinanza con uno strumento molto simile: il reddito di solidarietà. Questo significa che sarà sempre previsto un qualche strumento di welfare. Vediamo meglio di cosa si tratta.

L’Europa lancia il suo avvertimento: il Reddito di Cittadinanza è fondamentale

Come già detto, in questi giorni, la Commissione Europea si è espressa in merito al reddito di cittadinanza, definendolo come uno strumento che ha “un ruolo chiave durante le recessioni economiche” e che quindi non va abolito.

“Un reddito minimo, si legge nel documento, è estremamente rilevante nell’attuale contesto di aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione.

Sarà importante che gli Stati membri modernizzino i propri ammortizzatori sociali con un approccio di inclusione attiva per aiutare i più bisognosi”.

LA Commissione Europea ha poi consigliato di migliorare tale misura in modo da facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro, anche comminando la fruizione del sussidio con lavori di breve durata.

Decadenza dal beneficio alla prima proposta di lavoro rifiutata

Matteo Salvini, leader della Lega, ha proposto la sua alternativa alla cancellazione del reddito di cittadinanza.

Per Salvini, questo strumento non dovrebbe essere eliminato ma semplicemente riformato.

Prevedendo il taglio del sussidio ai truffatori che non ne hanno diritto e a tutti i soggetti che rifiutano anche una sola proposta di lavoro.

Lo scopo è quello di aiutare tutti i cittadini in difficoltà economica (anche i giovani senza un lavoro) e allo stesso tempo facilitare l’incontro tra la domanda e offerta di lavoro.

La proposta di Salvini dovrebbe piacere anche ad alcuni partiti di opposizione, a cominciare dal terzo polo. Carlo Calenda, ad esempio, in campagna elettorale aveva parlato della medesima proposta di modifica a questo strumento.

Si va verso il reddito di solidarietà?

Anche la Meloni, a essere onesti, ha sempre dichiarato di voler modificare il reddito di cittadinanza (anche nel nome) e non eliminarlo del tutto.

In particolare, la leader di Fratelli d’Italia e probabile futuro presidente del Consiglio ha parlato dell’istituzioni del cosiddetto “reddito di solidarietà”: un sussidio a favore solamente dei non occupati di età superiore a 60 anni, nonché alle famiglie con minori o persone con disabilità. Niente beneficio, dunque, ai giovani senza un lavoro.

Insomma, sarà sempre previsto un qualche strumento di welfare. Ma quanti sarebbero gli esclusi dal sussidio con il reddito di solidarietà?

Il senatorio Ignazio La Russa, in una recente intervista, ha spiegato che non ci sarà più alcun sussidio per i truffatori e per i giovani senza un lavoro.

Sempre secondo La Russa, questi rappresenterebbero insieme circa il 50% degli attuali percettori del reddito di cittadinanza.

“Noi speriamo di dare un lavoro, ha dichiarato il senatore La Russa, noi immaginiamo di abolire questa legge e di ricostruire in forma diversa il rapporto con chi ha bisogno. Siamo convinti che offrendo ai datori di lavoro la possibilità di assumere e avere meno tasse si possano avere molte assunzioni”.

In definitiva, dunque, è molto probabile che in un futuro molto vicino il reddito di cittadinanza sarà sostituito con il reddito di solidarietà che, nelle parole del Senatore, sarà pagato a circa la metà degli attuali percettori.

Ovviamente, allo stato attuale, si tratta di semplici indiscrezioni. Per saperne di più bisognerà almeno attendere la formazione del nuovo governo e la stesura della Legge di Bilancio 2023.