Il reddito di cittadinanza è appeso ad un filo. Il suo destino sarà deciso con le prossime elezioni nazionali che si terranno il 25 settembre. Stando ai sondaggi, il centro destra è molto più avanti. Un centro destra che è da sempre critico sul sussidio tanto caro ai 5 stelle.

Più volte è stato detto che, nelle intenzioni della desta e in particolare della Meloni, il reddito di cittadinanza sarà sostituito con un altro strumento anti-povertà: il “reddito di solidarietà”. Quest’ultimo, sostanzialmente, consiste in un sussidio a favore di:

  • non occupati di età superiore a 60 anni;
  • famiglie con minori;
  • persone con disabilità.

In altre parole, nessun beneficio ai soggetti in piena capacità lavorativa.

Se da un lato il centro destra vorrebbe restringere la portata del sussidio, dall’altro, la sinistra (e in particolare il Partito Democratico) vorrebbe estendere questo strumento a più persone.

Nel suo programma elettorale, Letta parla di facilitare l’accesso al sussidio agli stranieri. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Reddito di cittadinanza, il centro destra vuole abolirlo

Come già detto in apertura, La Meloni, ma in realtà tutto il centro destra, vorrebbe abolire il reddito di cittadinanza. Al suo posto sarebbe comunque previsto un altro meccanismo di welfare. Stiamo parlando del cosiddetto reddito di solidarietà. Quest’ultimo spetterebbe solamente ai non occupati di età superiore a 60 anni, nonché alle famiglie con minori o persone con disabilità. Niente beneficio, dunque, ai giovani senza un lavoro.

Qualche settimana fa, proprio la leader di Fratelli d’Italia aveva dichiarato di essere fortemente contraria ai bonus e al reddito di cittadinanza per i giovani. “Dobbiamo loro una vita dignitosa, sono soggetti attivi che vanno coinvolti”, ha detto.

Il centro sinistra vorrebbe rafforzare il sussidio

Se da un lato c’è chi vuole abolire il reddito di cittadinanza, il Partito Democratico, al contrario, sembrerebbe volerlo potenziare.

In particolare, nel programma elettorale del PD sono state messe nero su bianco le seguenti proposte:

  • revisione dei criteri con cui funziona il reddito di cittadinanza, soprattutto per le famiglie più numerose con minori;
  • possibilità di continuare a percepire il sussidio (probabilmente in misura ridotta e per un certo periodo di tempo) anche nel caso in cui il soggetto trovi un lavoro;
  • riduzione dei 10 anni di residenza in Italia per ottenere al beneficio.

Quest’ultimo punto, in particolare, avrebbe suscitato non poche critiche, soprattutto, ovviamente, tra gli elettori di centro destra.