Cambia il reddito di cittadinanza, come già previsto da tempo. Dal 2024 niente più RDC, ma dentro altre misure di contrasto alla povertà e alle situazioni di disagio reddituale e non, delle famiglie. Parlare al plurale è d’obbligo, perché al posto di una sola misura, e quindi del reddito di cittadinanza, ecco che ne arrivano almeno 3. E per qualcuno già a settembre è tempo di passare alle novità. Anche se il progetto del governo partirebbe dal 1° gennaio 2024, per le novità ormai effettive introdotte sul RDC con l’ultima legge di Bilancio, bisogna prevedere correttivi già a settembre.

“Buonasera, volevo capire grazie al vostro aiuto, cosa dovrei fare a settembre quando terminerà il mio RDC. Ho 50 anni di età e non capisco cosa dovrei fare visto che entrerà in funzione, se non ho capito male, il nuovo Reddito di cittadinanza. Essendo al di sotto dei 60 anni di età e non avendo familiari a carico, il mio sussidio rinnovato a febbraio, scadrà a settembre. Non vorrei che i restanti mesi dell’anno rimangano senza reddito.”

Dal reddito di cittadinanza alle tre misure di contrasto alla povertà, cosa sono la GAL, la PAL e la GIL

Al posto di una misura, ben 3. Questa è la piega che sta prendendo adesso il capitolo misure di contrasto alla povertà del governo Meloni. Lo confermano diverse testate giornalistiche italiane, tra cui il Messaggero, dove si citano anche i nomi delle tre misure che faranno capolino dal prossimo primo gennaio. In base a quelle che allo stato attuale delle cose sono solo delle indiscrezioni provenienti da fonti vicine al governo, dal 2024 il reddito di cittadinanza sarà abrogato e sostituito da (Rdc) sarà tre differenti misure. Garanzia per l’inclusione di cui l’acronimo GIL è la prima di queste misure, che è anche quella che resta più simile all’attuale RDC.

Poi ci sono la Garanzia per l’attivazione lavorativa (GAL) e la Prestazione di accompagnamento al lavoro (PAL).

Sigle e nomi che possono sembrare poco comprensibili ai più, ma che a conti fatti lasciano intendere di che genere di misure si tratta.

La Garanzia per l’inclusione, come funzionerebbe la GIL

Come recita il suo nome, cioè Garanzia per l’inclusione, si tratta di una misura rivolta a soggetti che per condizioni reddituali e per problematiche di altra natura, sono prossimi alla povertà e fuori dal contesto sociale della Nazione. La misura che dicevamo, appare simile al RDC, almeno per gli importi, riguarda le cosiddette fragilità. Si tratta di quella misura che riguarda gli stessi soggetti che oggi prendono il RDC per intero, cioè per tutti i 12 mesi del 2023. parliamo di famiglie che al loro interno hanno invalidi, minorenni o soggetti over 60. Oggi queste famiglie godono del reddito di cittadinanza come sempre, ma solo fino al 31 dicembre 2023.

Con il GIL succederà lo stesso. Il nuovo sussidio sarà pari a 500 euro al mese (ma a crescere in base alla scala di equivalenza). E prevede un contributo per le spese di affitto, pari a 280 euro al mese. Niente di diverso rispetto al RDC odierno quindi. Ciò che cambierà è la durata. Oggi il reddito di cittadinanza si percepisce per 18 mesi rinnovabili di 18 mesi per volta, salvo una pausa di un mese tra un rinnovo e l’altro. Con la nuova misura, dopo i primi 18 mesi, stop di 30 giorni e via al rinnovo, ma per 12 mesi.

Per gli attivabili al lavoro ecco la PAL

Oggi il reddito di cittadinanza pere chi in famiglia ha solo soggetti di età compresa tra i 18 anni già compiuti ed i 60 anni non compiuti, dura solo 7 mesi. E iniziano a materializzarsi i primi stop al sussidio per quanti stanno per arrivare alla scadenza dei 7 mesi.

Tutti i soggetti che hanno il RDC con questa durata nel 2023, e che hanno firmato il patto di lavoro al Collocamento come regola vuole, dal primo settembre potranno sfruttare la PAL. Essendo soggetti attivabili al lavoro, questi beneficiari avranno nella Prestazione di accompagnamento al lavoro la misura loro destinata. Al momento pochi i dettagli, ma in base al nome è evidente che si tratti di un sussidio che ha al suo interno anche una spiccata attitudine alle politiche attive sul lavoro.

I beneficiari avranno strumenti utili alla loro ricollocazione nel mondo del lavoro. Quindi, da settembre via già alla nuova misura, almeno stando alle ultime indiscrezioni che provengono da fonti vicine a Palazzo Chigi. Gli importi di questa misura pare saranno inferiori a quelli del RDC e nell’ordine di 350 euro al mese. Tutti i nuclei familiari composti sempre da soggetti tra i 18 ed i 59 anni di età, ma che non rientrano nella PAL, potranno virare sulla GAL. Importi identici alla PAL, ma soglia ISEE che potrebbe essere al di sotto del tetto massimo di 6.000 euro.

Misure di politica attive sul lavoro per superare il reddito di cittadinanza

Tutto quindi va nella direzione di rendere le misure di contrasto alla povertà, indirizzate verso chi davvero è considerato fragile. Anche sulle durate, in attesa di conferme, il piano potrebbe ricalcare le ipotesi di inizio anni. Cioè durata limitata per i soggetti con età compresa tra i 18 ed i 59 anni. In pratica ok al sussidio, ma solo per 12 mesi rinnovabili solo di ulteriori 6. E poi 18 mesi di stop agli aiuti, per poi tornare di nuovo a poter richiedere un sostegno. Perché le misure anti divano, come le chiamano i critici verso il reddito di cittadinanza dovrebbero prevedere la possibilità di far trovare lavoro più facilmente alle persone.

Da questo punto di vista si ragiona di rendere più facile l’assunzione a tempo determinato da parte delle aziende. Con possibilità di proroga di questo genere di contratto fino a 24 mesi.

Verrebbe ritoccato il limite a questo genere di contrattazione da lavoro inserito nel decreto Dignità. E si parla anche di potenziare gli sgravi contributivi per le aziende che assumono. Due anni interi a zero contributi da versare per chi assume a tempo indeterminato. Oppure riduzione del 50% del costo del lavoro per contratti a tempo determinato.