Chi rischia (veramente e da subito) i controlli per abuso del reddito di cittadinanza? Mentre arrivano, da nord a sud, le prime segnalazioni dei furbetti scovati, un’ombra incombe sulla possibilità di fare controlli efficaci sui conti correnti. E l’opposizione denuncia il flop della misura.

Segnalazioni furbetti Reddito di Cittadinanza: che cosa si rischia

Da Palermo a Bolzano: la lotta ai cd furbetti del reddito di cittadinanza non conosce limiti territoriali. Nei giorni scorsi a Napoli a 5 lavoratori in nero, percettori del reddito di cittadinanza, è stata ritirata la card.

I “furbetti” sono stati segnalati all’autorità giudiziaria e potranno essere chiamati a rispondere del reato di truffa ai danni dello Stato. 

A Palermo ad incassare il sussidio senza averne diritto era una donna il cui marito lavorava in nero in un bar.

In alcuni casi i controlli sono riusciti ad evitare appropriazioni indebite dopo la domanda ma prima del rilascio della carta, in altri erano state già erogate una o addirittura due mensilità.

A Bolzano un caso ancora più particolare: un uomo, in apparenza senza lavoro o redditi, aveva ottenuto il RdC occultando proprietà terriere in Spagna.

Controlli Reddito di Cittadinanza: le falle del sistema

Ci sono però alcune “falle” nel sistema di controlli. Una delle prime problematiche segnalate riguarda i dati anagrafici dei Comuni sui requisiti di residenza e soggiorno o quelli relativi alle ispezioni sul possesso di auto, moto e imbarcazioni possedute. Ma l’ostacolo più grande, imposto dalla privacy, sembrerebbe riguarda il controllo sui conti corrente dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Si possono fare oppure no?

Stando al decreto la Guardia di Finanza e gli enti competenti per il controllo fiscale e tributario (ovvero Agenzia delle Entrate, INPS e Commissione Tributaria) possono controllare i conti dei beneficiari del RdC per verificare che sussistano i requisiti per il riconoscimento.

E quando parliamo di conti in generale il riferimento, in senso lato, è anche a conti deposito, carte di credito, prodotti finanziari, obbligazioni e buoni fruttiferi. Le verifiche, inoltre, sono libere e senza preavviso. I controlli però non sono arbitrari e liberi: presupposto per la GdF è l’autorizzazione a procedere del Comando regionale, mentre per l’Agenzia delle Entrate occorre ottenere il nulla osta del Direttore generale o regionale. Sulla procedura inoltre pende l’ombra della tutela della privacy, che potrebbe impedire i controlli. I correntisti “spiati” infatti potrebbero fare reclamo contro le banche per violazione del regolamento europeo GDPR.

Tanti buchi nel sistema che hanno portato l’opposizione a parlare di “flop”. Giorgia Meloni, evidenziando le diverse mancanze, ha puntato il dito contro la normativa che fa acqua da più parti: “Il decreto attuativo sui lavori di pubblica utilità? Non c’è. Il decreto sui controlli anagrafici per evitare truffe e raggiri? Non c’è. Il decreto che serve a scambiare i dati e capire chi deve essere preso in carico dai centri per l’impiego e chi deve seguire il percorso dei servizi sociali? Non c’è. E i famosi “navigator” che dovrebbero aiutare i disoccupati a trovare lavoro? Non sono ancora stati assunti e non si sa concretamente cosa andranno a fare. Il risultato è quello che FdI aveva denunciato fin dall’inizio: il reddito di cittadinanza è una enorme truffa, che non crea lavoro e non aiuta chi ha davvero bisogno”.