Il reddito di cittadinanza è in pericolo. Il sussidio pubblico fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle rischia di essere arrivato a fine corsa o di cambiare pelle radicalmente dal prossimo anno.

Il reddito di cittadinanza è sostenuto dal M5S, movimento che però, alle ultime elezioni amministrative, è uscito tremendamente sconfitto. Epilogo che potrebbe ripetersi fra nove mesi alle elezioni politiche 2023.

Reddito di cittadinanza e elezioni politiche

In pratica, se il movimento politico che sostiene il reddito di cittadinanza perde consensi, verrà meno anche il presupposto per mantenere il sussidio tanto controverso quanto criticato dagli italiani.

E c’è da crederci, visto che il tema entrerà sicuramente a far parte della prossima campagna elettorale che vedrà contrapposti il M5S ai partiti contrari alla distribuzione di bonus e sussidi a pioggia come avvenuto finora.

Una raccolta firme per l’abolizione del reddito di cittadinanza era stata messa in piedi per giugno, ma poi se n’è persa traccia proprio perché altre sopraggiunte priorità imporranno tagli significativi alla spesa pubblica nei prossimi mesi.

Lega e Italia Viva per l’abolizione

Difficile prevedere cosa ne sarà del reddito di cittadinanza il prossimo anno. La Lega e Italia Viva vorrebbero abolirlo per via dell’alto numero di frodi. Mentre altri partiti pensano a un ridimensionamento o a misure alternative alla Naspi.

Per ora si sa solo che le esigenze di bilancio dello Stato imporranno enormi sacrifici dal 2023. Dal taglio alle pensioni per arrivare appunto al reddito di cittadinanza che costa in media 10 miliardi all’anno. Al punto che qualcuno aveva perfino avanzato l’ipotesi di apportare la riforma pensioni evitando il ritorno alla Fornero prendendo i soldi proprio dal sussidio statale.

Insomma i prossimi mesi si arricchiranno di dibattiti infuocati sul tema, anche perché il reddito di cittadinanza necessita di stanziamenti periodici a bilancio. Sebbene abbia svolto da ammortizzatore sociale durante la pandemia – come fa notare il ministro del Lavoro Andrea Orlando – , lo strumento adesso necessita di un restyling.