Vale la cristallizzazione del diritto anche per il reddito di cittadinanza? Una domanda sicuramente comune a molti tra i beneficiari della misura. Tanti temono che dalle minacce di cancellazione della misura si passi ai fatti e che il reddito di cittadinanza venga cancellato dal nuovo governo guidato da Giorgia Meloni. Sulla misura infatti aleggia un tetro presagio che sarebbe quello della sua cancellazione definitiva. Ma cancellarla non significa di colpo di toglierla a chi il beneficio lo percepisce già o ha maturato il diritto a percepirlo.

 

“Buonasera, sono Marco un percettore del reddito di cittadinanza. Io e la mia famiglia prendiamo 900 euro al mese di sussidio perché io mi trovo senza lavoro, mia moglie anche e abbiamo due figli di 16 e 17 anni. Ho 59 anni di età ad essere sincero la mia vita ormai è basata proprio sui soldi del sussidio. Da tempo ho provato anche a mandare delle proposte di candidatura per lavori vari ma niente. Ho appena presentato domanda di reddito di cittadinanza dopo che si è interrotto per decorso dei 18 mesi. Sono stato a luglio senza sussidio perché erano scaduti i 18 mesi e adesso ad ottobre dovrebbero ripartire ulteriori 18 mesi. Ma se a gennaio la Meloni lo toglie, lo perderò anche io? È un dubbio che non mi fa dormire la notte. Potete aiutarmi?” 

Il sussidio tra critiche e realtà dei fatti 

Sul reddito di cittadinanza si dice tutto e il contrario di tutto, con le critiche alla misura che probabilmente sono veritiere da un lato ma esagerate dall’altra. Infatti è vero che sul reddito di cittadinanza sono stati moltissimi i furbetti che sono riusciti ad ottenerlo anche non avendone strettamente bisogno. Ed è anche vero che le promesse di nuova collocazione lavorativa che la misura prevedeva inizialmente, solo per pochi beneficiari si sono trasformate in realtà. Ma è altrettanto vero che la misura ha intercettato per davvero alcune situazioni precarie sia reddituali che familiari di molti dei beneficiari di questo sussidio.

Un esempio potrebbe essere proprio il nostro lettore che ha delle difficoltà oggettive a trovare un nuovo lavoro. Per questo molti hanno davvero paura che la misura scompaia lasciandoli di fatto privi di sostentamento.  

Cosa accadrà al reddito di cittadinanza nel 2023 

Già prima delle elezioni, quando la vittoria del centrodestra era solo frutto dei sondaggi e non nella realtà, si parlava di un reddito di cittadinanza a rischio nel 2023. In effetti non era solo il centrodestra a considerare la misura da correggere, da sostituire o da cancellare. Adesso che si va verso un praticamente certo governo a guida Fratelli d’Italia quindi, con un nuovo premier di nome Giorgia Meloni, il reddito di cittadinanza pare sempre più a rischio. Una prima cosa da dire e che sembra oggettiva, è che arrivare a cancellare di colpo una misura del genere appare quantomeno difficile. Infatti se comunemente si dice che i tempi sono ristretti anche per affrontare una riforma delle pensioni e perfino per poter portare a compimento l’idea della flat tax, questo vale anche inevitabilmente per modifiche al reddito di cittadinanza. Quindi l’allarme che di colpo la misura sparisca dai radar e finisca nel dimenticatoio appare azzardato. Appare più facile che la misura venga modificata, almeno in parte, più che depennata immediatamente dal sistema. Anche perché togliere una misura del genere significa che si dovrebbe trovare un’altra misura di questo genere o almeno simile e il tempo come abbiamo visto stringe. 

Il diritto maturato non si perde, ma vale anche per il reddito di cittadinanza?

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Un’altra cosa da dire poi è che in teoria, chi ha maturato il diritto al reddito di cittadinanza dovrebbe continuare a poterlo percepire. Questo dal momento che si tratta di una prestazione su cui dovrebbe funzionare il cosiddetto meccanismo della cristallizzazione.

In parole povere se un cittadino ha già ottenuto l’ok al beneficio, dato che oggi il reddito di cittadinanza è una misura attiva, dovrebbe percepirlo a prescindere da qualsiasi modifica. E per l’intero periodo assegnato, cioè 18 mesi. Una cosa che riguarderebbe anche il nostro lettore che se lo ha percepito in questi primi otto mesi del 2022, dovrebbe percepirlo anche a ottobre novembre dicembre dopo il rinnovo. E di conseguenza se permangono i requisiti, andrebbe percepito anche nel 2023.  

Sia chi lo ha chiesto la prima volta che chi lo ha rinnovato nel 2022 è tutelato? 

Pertanto, chiunque ha i requisiti per il reddito di cittadinanza, ha il diritto a richiederlo. E una volta assegnato non dovrebbe poter essere revocato ad un beneficiario solo perché la misura ha cessato di esistere. In teoria quindi, nella peggiore delle ipotesi è quindi con misura cancellata già da gennaio 2023, chi ha ottenuto il rinnovo o ha ottenuto il sussidio nel corso del 2022, potrà continuare a percepirlo per tutti i 18 mesi per cui è stato assegnato. Sempre al permanere dei requisiti utili da riceverlo. 

Il governo può bloccare i rinnovi del reddito di cittadinanza 

reddito di cittadinanza
Usare il condizionale è sempre obbligatorio in questi casi perché si può essere contraddetti in qualsiasi momento da operazioni del governo che vanno ad incidere anche su diritti acquisiti. Appare comunque difficile che si materializzi una cosa del genere. Quindi il nuovo governo se è vero che intende eliminare il sussidio, potrebbe farlo ma a partire dalle nuove domande o adi futuri rinnovi. In pratica il governo potrebbe iniziare con il bloccare il sussidio a quanti si trovano nel 2003 alla scadenza dei loro 18 mesi, impedendogli di fatto di rinnovarlo per altri 18 mesi.