“La morte è un’usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare”.

Questa famosa frase di Jorge Louis Borges non lascia adito a dubbi sul fatto che quello del fine vita sia un momento impossibile da non rispettare. Con tutte le pratiche burocratiche ed emozionali che ne conseguono, specialmente quando a lasciare questo mondo è qualcuno a noi vicino.

La cosa, però, non sembra funzionare allo stesso modo per l’istituto di previdenza del nostro paese. Spesso e volentieri, infatti, se non si segue una procedura ben precisa l’INPS si guarda bene dal riconoscere ai parenti del pensionato deceduto quanto da questi accantonato in termini di ratei di tredicesima maturati e non goduti.

Rispondiamo alla domanda di una nostra lettrice che ci chiede quanto segue:

“Buongiorno, mi chiamo Alba e sono una casalinga di 73 anni. Vi scrivo per chiedervi se è vero, come ho sentito dire, che avendo perso mio marito 2 mesi fa avrò diritto per quest’anno, come erede, a ricevere la sua tredicesima. Vorrei sapere se la riceverò intera e se arriverà in automatico”.

Approfittiamo dell’occasione per chiarire alcuni aspetti che riguardano non solo il coniuge superstite.

I ratei maturati e non goduti della tredicesima vanno agli eredi

Quando una persona, assicurato o pensionato, passa a miglior vita, lascia nelle casse dello Stato parte della sua tredicesima maturata e non riscossa. Questa porzione di credito è definita come “ratei maturati e non riscossi”. Gli eredi possono richiedere e ottenere la liquidazione delle quote di tredicesima dello stipendio o pensione maturata e non riscossa dal parente deceduto. Tali ratei possono essere richiesti anche se gli eredi non hanno diritto alla pensione ai superstiti.

Che cos’è un rateo

La definizione che dà l’INPS del rateo è la seguente: “Il rateo ereditario è corrisposto agli eredi e comprende la parte di tredicesima maturata fino alla data del decesso e le eventuali somme spettanti e non riscosse dal pensionato”.

La tredicesima è una mensilità extra che viene erogata al dipendente pubblico o privato o al pensionato a ridosso delle festività natalizie. Per calcolare la tredicesima di un dipendente o di un pensionato bisogna moltiplicare lo stipendio lordo mensile per i mesi lavorati e dividerlo per 12.

Per calcolare la tredicesima di un pensionato si deve sottrarre alla pensione lorda mensile l’aliquota IRPEF. Ne risulta che l’importo netto della tredicesima potrebbe risultare più basso delle normali mensilità della misura pensionistica percepita nell’arco dell’anno. Si divide perciò la risultante quota netta di tredicesima per 12, ottenendo il valore mensile del rateo spettante.

Per calcolare l’importo del rateo ancora da richiedere e rimasto nelle casse dell’istituto di previdenza, si deve moltiplicare il valore mensile dello stesso per i mesi in cui il pensionato è rimasto in vita.

Facciamo un esempio: se un pensionato passa a miglior vita il 28 luglio, con una quota di tredicesima di 1200 euro, sarà necessario dividere tale importo per 12 e moltiplicare il risultato ottenuto per 7, quali sono i mesi in vita del de cuius. Perciò il rateo sarà di: 1200 /12 = 100,00 che moltiplicato per 7 darà la quota totale dei ratei maturati e non goduti spettante agli eredi, ovvero 700 euro.

Chi ha diritto a richiedere i ratei maturati e non goduti è solo il coniuge?

Il rateo è un diritto che l’INPS eroga, con la pensione di reversibilità, al coniuge superstite del beneficiario deceduto e ai suoi figli minori. In mancanza anche del coniuge superstite il diritto passa ai figli viventi del pensionato ma questi dovranno presentare, tutti quanti, apposita domanda. In mancanza anche di questi ultimi, seguendo la stessa procedura, tale diritto spetta agli altri eredi legittimi o testamentari.

Occorre tenere presente che se si richiede la liquidazione dei ratei maturati e non goduti si accetta, implicitamente, l’eredità del defunto.

Come richiedere i ratei ereditari INPS

Il modo più rapido per inoltrare la richiesta e ottenere l’erogazione dei ratei maturati e non goduti dal genitore o congiunto non più in vita, consiste nel presentare domanda via internet, attraverso la modalità telematica accedendo, se in possesso di SPID, al sito INPS. In caso contrario, ci si può recare presso una sede INPS di zona o, ancora meglio, presso un Patronato per essere assistiti nella compilazione manuale della richiesta da inoltrare all’istituto di previdenza.