Quota 41 senza limiti di età per tutti dal 2024. Il tavolo delle trattative della prossima riforma pensioni fra Governo e sindacati è stato recentemente aperto con questo obiettivo principale. Il nodo, come sempre, resta quello delle risorse economiche.

Mandare i lavoratori in pensione dopo 41 anni di lavoro (Quota 41) a prescindere dall’età resta una priorità inderogabile per la Lega. Anche se, di fatto, poco aggiunge a quanto già previsto per le uscite anticipate con 41-42 anni e 10 mesi di contributi per donne e uomini.

Quota 41 coi soldi del reddito di cittadinanza

Quota 41, in ogni caso, secondo i calcoli ministeriali, presuppone una spesa di poco inferiore a 9 miliardi di euro per i primi tre anni. Soldi che non possono più essere stanziati facendo nuovo debito pubblico. L’idea del Governo è quindi quella di andare a prenderli laddove possibile, cioè dal reddito di cittadinanza. Misura che finora non è servita né a contrastare la povertà né a trovare occupazione per i beneficiari.

I costi per finanziare la pensione con Quota 41, del resto, sono destinati a diminuire col trascorrere del tempo. Questo perché dal prossimo anno l’assegno sarebbe liquidato solo per 12 anni con il sistema di calcolo retributivo che è quello che pesa sulle finanze pubbliche.

Usando i soldi destinati al reddito di cittadinanza si riuscirebbe, quindi, a sostenere la spesa previdenziale senza aggravare il bilancio delle pensioni. L’alternativa sarebbe quella di proporre Quota 41 solo con il ricalcolo contributivo, cosa che peraltro non andrebbe giù ai sindacati.

Nel 2022 spesi quasi 8 miliardi di euro per Rdc

E veniamo alla spesa per il reddito di cittadinanza che consentirebbe di introdurre Quota 41 nel sistema pensionistico. L’Osservatorio Inps ha certificato che nel 2022 sono stati spesi 7,99 miliardi. Hanno avuto accesso ad almeno una mensilità del sussidio 1,68 milioni di famiglie per 3,66 milioni di persone coinvolte. L’importo medio erogato è stato di 551 euro a testa.

Il Sud e le Isole hanno avuto il maggior numero di famiglie coinvolte con 1,04 milioni di famiglie con almeno una mensilità corrispo0ndenti a 2,4 milioni di persone coinvolte (il 65,5% del totale). L’importo medio erogato è stato di 583 euro a testa.

Numeri decisamente più bassi al Nord. Hanno avuto nel corso del 2022 almeno una mensilità di reddito o pensione di cittadinanza 372.317 famiglie per 728.507 persone coinvolte. L’importo medio erogato è stato di 480 euro a testa. Mentre al Centro hanno avuto almeno una mensilità di sussidio 271.887 famiglie per 534.421 persone coinvolte con 512 euro mensili a testa.

La Regione con più famiglie con almeno una mensilità resta la Campania con 353.795 famiglie, un numero vicino a quello dell’intero Nord. Sono 877.115 le persone coinvolte per un assegno mensile più alto della media (617,16). Oltre 300 mila famiglie hanno avuto almeno una mensilità anche in Sicilia.