Nessuno ti regala niente, io ai lavori gratis non ci credo!”. Avete sentito anche voi commenti del genere in merito al nuovo bonus 110%? Tale diffidenza è giustificata o è solo frutto della disinformazione che ancora oggi c’è sulla procedura e sui alcuni aspetti determinanti del bonus 110? Scopriamolo insieme con un caso concreto: ipotizziamo dei lavori di riqualificazione energetica, prima agevolabili al 65% con il vecchio ecobonus, e mettiamo a confronto la spesa finale con quella di chi usufruisce del bonus 110. Nel secondo caso, con sconto in fattura e cessione del credito, veramente non si spende nulla?

Come posso essere certo che la pratica per il bonus 110 sia accettata?

Partiamo da una premessa: essendo un bonus che promette in sostanza di fare i lavori gratis, è intuibile che ci siano paletti per contenere il ricorso ed evitare truffe o abusi.

Questi requisiti però potrebbero anche rischiare di far perdere il bonus 110 a chi era in buona fede ma si perde nella giungla della burocrazia. Quindi, in parte, il timore dei proprietari di casi, e i dubbi so come procedere e quale detrazione scegliere, sono fondati. E’ un po’ come il dilemma “è meglio l’uovo oggi o la gallina domani?“, in cui il bonus 110 viene visto come uno scenario aleatorio.

Requisiti per il bonus 110: due cose da controllare prima di iniziare la pratica

L’Agenzia delle Entrate ha fatto chiarezza sugli interventi che danno diritto al bonus 110. Tuttavia ci sono dei paletti da rispettare:

  • tetto massimo di spesa in base al tipo di intervento (ex articolo 119 del Decreto Rilancio);
  • salto di due classi energetiche garantito a fine lavori (o, se non possibile, raggiungimento della classe energetica più alta).

E qui le cose potrebbero complicarsi per chi non si affida a professionisti per avere un parere preventivo sulla fattibilità della pratica. Non rispettare uno di questi due paletti comporta la perdita del bonus 110 in tutto o in parte.

Se si supera il tetto massimo di spesa, infatti, il resto del lavoro resta a carico del contribuente. Supponiamo che la ditta vi proponga più lavori per essere sicuri di migliorare di due classi l’efficienza energetica. Attirati dalla possibilità di fare i lavori gratis accettate. Ampliando il progetto rispetto a quanto avreste fatto con il vecchio ecobonus, però, superate i tetti massimi di spesa previsti per il 110. La differenza residua sarà a vostro carico.

Quanto si risparmia con il bonus 110: calcolo di un caso concreto

Da sapere (alla luce di quanto detto sopra): se un solo lavoro trainante non basta per garantire il miglioramento di due classi energetiche, bisogna tenere bene a mente il tetto di OGNI intervento. Già perché quello che eccede la soglia massima agevolabile, resta a carico del contribuente. Dunque, per lavori molto costosi, potrebbe risultare perfino più conveniente il bonus 65%.

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