Ti sei mai chiesto quante tasse paghi? Probabilmente si e di certo hai la sensazione che siano tante. Ebbene, i dati confermano questa impressione ma i numeri potrebbero stupire anche chi è consapevole di vivere in un Paese, l’Italia, ai primi posti per la pressione fiscale.

Ecco quante tasse paghiamo in Italia

Secondo le cifre fornite dalla Cgia di Mestre, ogni anno i contribuenti italiani versano al Fisco circa 8 mila euro ma la somma può arrivare facilmente a 12 mila se si tengono in considerazione anche i contributi previdenziali.

E a pesare non sono imposte ben note e contestate come Imu, Tasi e Irpef. Nel conteggio dei cento spuntano anche balzelli che non tutti sono consapevoli di pagare come la tassa per i sacchetti non biodegradabili e le imposte doganali sugli spiriti.

Le prime dieci tasse in Italia e quanto pesano

Circa un centinaio di tasse a contribuente quindi anche se, andando ad analizzare gli importi dovuti, sono dieci quelle che pesano maggiormente: solo a queste ultime si deve infatti un gettito di 421,1 miliardi di euro (pari all’85,3% della pressione fiscale complessiva). Basti pensare che Irpef e IVA da sole garantiscono rispettivamente al Fisco Italiano 166,3 miliardi di euro (il 33,7 per cento ovvero un terzo del totale) e 101,2 miliardi di euro (20,5 per cento).
Per chi ha un’impresa l’imposta più pesante è sicuramente l’Ires (Imposta sul reddito delle società), che nel 2015 ha fatto confluire nelle casse dell’Erario ben 31,9 miliardi di euro. Segue l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive).

In un’analisi europea, l’Italia è al quarto posto per pressione fiscale: a pagare mediamente più di noi sono solo i contribuenti di Danimarca, Svezia e Finlandia (a pari merito con il Belgio) ma è intuitivo che subentra un discorso di livello di servizi pubblici in queste nazioni.

La Cgia ha reso nota una lista di curiosità sulle tasse che si pagano in Italia in dieci punti:

1.

quella più elevata: l’Irpef;
2. quella che paghiamo tutti i giorni: l’Iva;
3. la più pagata dalle società: l’Ires;
4. la più odiata dalle imprese: l’Irap;
5. la più bizzarra: quella applicata dalle Regioni sulle emissioni sonore degli aeromobili;
6. la più lunga (come nome): imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato;
7. quella con il nome più corto (esclusi acronimi): bollo auto;
8. l’ultima grande imposta introdotta: la Tasi;
9. la più odiata dalle famiglie: l’Imu e la Tasi attualmente applicata sulle seconde e terze case;
10. le più strane: le imposte sugli spiriti (distillazione alcolici), quelle sui gas incondensabili e sulle riserve matematiche di assicurazione (tasse su accantonamenti obbligatori delle assicurazioni). La tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili e, infine, tutte le sovraimposte di confine applicate dalla dogana (sugli spiriti, sui fiammiferi, sui sacchetti di plastica non biodegradabili, sulla birra, etc.).

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