Estensione dell’obbligo di fattura elettronica anche a contribuenti forfettari e a chi agisce in regime di vantaggio, significa aggravio di costi per queste partite IVA.

Anche se a step, tali contribuenti dovranno adeguarsi ed organizzarsi per l’emissione, la ricezione e la conservazione elettronica del documento fiscale emesso a fronte dei beni venduti o dei servizi resi.

C’è la possibilità di fare il tutto mediante il servizio gratuito messo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. In alternativa ci si può rivolgere al proprio commercialista oppure utilizzare i diversi provider presenti sul mercato e che offrono il servizio.

Rivolgersi al commercialista o al provider comporterà ovviamente il pagamento di un onere per il servizio ricevuto.

L’obbligo di fattura elettronica per i forfettari: le date da segnare

E’ il decreto – legge n. 36 del 2022 (decreto PNRR 2) a stabilire l’obbligo di fattura elettronica anche per i forfettari e le partite IVA di vantaggio. Due categorie di contribuenti che fino ad oggi ne sono esonerati (nel senso che per essi è rimasta la possibilità di fattura cartacea con facoltà di quella digitale).

Tuttavia, sono previste due tappe. In dettaglio,

  • l’obbligo di fattura elettronica anche per tali partite IVA sarà dal 1° luglio 2022 solo per coloro che, nel periodo d’imposta precedente, hanno conseguito ricavi o compensi superiori a 25.000 euro
  • dal 2024, invece, l’obbligo sarà esteso, indipendentemente dal volume di ricavi/compensi, a tutti i contribuenti forfettari e di vantaggio.

In questo modo, l’Italia recepisce l’autorizzazione da parte dell’Europa ad estendere l’obbligo di fattura elettronica anche a quei soggetti che fino ad oggi ne sono esonerati.

I costi da considerare

Con il servizio messo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, è possibile, gratuitamente predisporre, trasmettere, consultare e conservare le fatture elettroniche. Per chi ha dimestichezza con gli strumenti informatici, dunque, si tratta di una buona strada percorribile in termini di risparmio.

Rivolgersi, invece, al proprio commercialista e richiedere che questi predisponga, ogni volta, una fattura elettronica comporta un costo. L’onere può variare a seconda della mole di fatture che si chiede di emettere, ad esempio, mensilmente. Ogni commercialista può applicare un tariffario diverso rispetto ai colleghi. Alcuni fanno un forfait mensile (ad esempio 50 euro fino a 20 fatture, e così via).

Laddove non voglia rivolgersi al commercialista e nemmeno sfruttare il servizio gratuito delle Entrate, esistono diversi provider che offrono “a pagamento” il servizio di fatturazione elettronica. Da Aruba a Infocert e da ultimo anche qualche operatore telefonico. I prezzi variano da provider a provider.