Non puoi fermare cose come Bitcoin. Sarà dappertutto e il mondo dovrà riadattarsi. I governi mondiali si dovranno riadattare“, affermava John McAfee. I bitcoin, così come le criptovalute in generale, d’altronde, rappresentano il presente e il futuro dell’economia mondiale.

Lo sa bene il nuovo governo a guida Meloni che con il Disegno di legge per il bilancio 2023 ha introdotto delle importanti novità, volte a regolare il trattamento delle tasse sui Bitcoin. Ecco quante tasse si pagheranno a partire dal prossimo anno.

Quante tasse si pagano su Bitcoin e criptovalute dopo le ultime novità

L’articolo 30 della bozza della Legge di bilancio 2023 è intitolata “Tassazione delle operazioni su cripto – attività”. Fa quindi rifermento a crypto asset come Bitcoin, criptovalute, ma anche token NFT. Entrando nei dettagli, il regime fiscale della tassazione delle operazioni in crypto – asset viene equiparato a quello degli altri asset per cui è stata già emessa apposita regolamentazione.

In particolare viene introdotta una nuova soglia sotto la quale non si devono pagare tasse sulle eventuali plusvalenze ottenute con la compravendita di criptovalute, ovvero 2 mila euro. Nel caso in cui le eventuali minusvalenze risultino superiori alle plusvalenze, sempre per un importo maggiore di 2 mila euro, l’eccedenza potrà essere dedotta in modo integrale dall’ammontare delle plusvalenze negli anni successivi, non oltre il quarto.

Legge di bilancio 2023: come cambia la regolamentazione delle cripto attività

Dalla bozza della Legge di bilancio 2023 viene introdotto lo scorporo delle minusvalenze dalle eventuali plusvalenze degli anni successivi. Non è inoltre ammessa la dichiarazione sostitutiva per le cripto – attività. Per calcolare plusvalenze e minusvalenze si dovrà tenere conto del valore di acquisto o del valore medio ponderato inerente ciascuna categoria di titolo.

Soffermandosi sulle plusvalenze, quest’ultime vengono rilevate quando si vendono i token ottenendo in cambio degli euro. Allo stesso modo si tratta di plusvalenze quando i token vengono ceduti a terzi, ad esempio a titolo di custodia.

 In ogni caso non bisogna pagare tasse per la mera custodia delle criptovalute.

Mentre bisogna inserire il possesso nella dichiarazione dei redditi. A tal proposito, coloro che non hanno indicato nella dichiarazione dei redditi le cripto – attività possedute al 31 dicembre 2021, avranno la possibilità di presentare una dichiarazione ad hoc, grazie alla quale poterle far emergere. In questo caso viene applicata un’aliquota sul capital gain pari al 14%.

Al momento, comunque, è bene sottolineare, si tratta della bozza della Legge di Bilancio 2023. Quest’ultima dovrà essere approvata entro la fine del 2022 e per questo si attende la versione definitiva per sapere come cambierà davvero la tassazione sulle criptovalute a partire dal prossimo anno.