L’importo delle pensioni in Italia tende a diminuire con gli anni. O meglio, il tasso di sostituzione, cioè il rapporto fra ultimo stipendio e rendita pubblica diminuisce per effetto delle riforma del passato che stanno entrando a regime.

Come noto, il calcolo contributivo della pensione è meno vantaggioso rispetto a quello contributivo e per assicurarsi una vecchiaia decorosa, la pensione dello Stato non sarà certo sufficiente. Anche se alle spalle si avranno molti anni di lavoro.

La rendita integrativa con i fondi pensione

Cosa fare allora? Ovviamente l’unica soluzione, di fronte al carovita e all’inflazione che galoppa, è quella di trovare un metodo per integrare la pensione con altre forme di rendita.

La più conosciuta è quella offerta dai fondi pensione che però si sono rivelati poco promettenti e rischiosi.

Il timore di un futuro sempre più incerto ha spinto milioni di lavoratori a destinare il loro Tfr a forme assicurative complementari. A tutto vantaggio, però, di gestori e banche. Con l’apporto dei governi che offrono sconti fiscali sempre più invitanti per spingere verso i fondi pensione negoziali o aperti.

Una soluzione che, purtroppo, si è dimostrata non vincente rispetto al rendimento offerto dal Tfr. In Gran Bretagna in fondi pensione sono stati salvati dalla Banca d’Inghilterra per evitare una fuga di massa dopo il crollo dei rendimenti del 2022. Negli Stati Uniti i rischi sono ancora più alti e, in passato, si sono registrati casi in cui i lavoratori hanno perso anche la metà del loro patrimonio investito.

L’alternativa fai da te

Che alternative ci sono, quindi, ai fondi pensione? La soluzione più semplice, sicura, trasparenze e meno costosa è quella di destinare in tutto o in parte il Tfr in titoli di Stato. E’ la soluzione migliore per farsi una pensione integrativa al momento del bisogno.

Con la buona uscita al termine dell’attività lavorativa, insomma, ci si può costituire una semplice entrata supplementare investendo i propri soldi, lasciati per anni in azienda, in Btp.

I titoli di Stato a reddito fisso corrispondono interessi semestrali e possono benissimo sostituire i fondi pensione. D’altra parte i gestori, nella maggior parte dei casi, fanno esattamente la stessa cosa, solo che si trattengono laute commissioni di intermediazione.

Oltre a ciò, cosa non da trascurare, il capitale (garantito dallo Stato) viene restituito a scadenza o può essere liberamente venduto prima se necessario. In caso di decesso del pensionato, il Btp va in successione agli eredi e quindi non si perde. La pensione integrativa, invece, termina con il decesso del beneficiario e il capitale non viene restituito.