La correlazione tra invalidità, legge 104 e pensioni è una cosa che la normativa previdenziale italiana prevede da tempo. Sono tante le misure che tutelano gli invalidi, soprattutto se gravi. Ma spesso, le stesse misure che tutelano l’invalido, possono essere sfruttate anche dai suoi parenti. Per esempio l’Ape sociale è una misura che consente anche alla persona che assiste il disabile di godere di un trattamento più favorevole dal punto di vista dell’uscita dal mondo del lavoro. Una nostra lettrice infatti ci chiede delle informazioni che trovano proprio nell’Ape sociale la risposta ai suoi dubbi.

“Gentile esperto la contatto per una delucidazione relativa ad un mio ipotetico diritto ad una pensione già quest’anno dal momento che il prossimo 5 settembre compio 63 anni. Vivo con mia madre affetta da una grave forma di disabilità a tal punto che godono dei benefici della legge 104. Lavoro da 28 anni e nel mio nucleo familiare oltre a me e mia madre ci sono anche i miei tre figli. Mi chiedo se ho diritto ad un trattamento pensionistico forse di voler essere ancora al lavoro fino ai 67 anni di età.”

L’Anticipo pensionistico per i lavoratori che assistono un familiare disabile

C’è una categoria particolare che è rientrata tra le potenziali beneficiarie della pensione in regime di anticipo pensionistico, o meglio, nel regime di Ape sociale. La misura in questione Infatti consente anche a chi assiste un familiare disabile di poter sfruttare un canale di uscita a partire dai 63 anni di età. Gli interessati sono i cosiddetti caregivers, cioè persone che assistono un familiare disabile con cui convivono. L’Ape sociale è una misura tra il previdenziale e l’assistenziale. Più che una misura di pensione vera e propria, è un assegno di accompagnamento che un lavoratore può sfruttare fino a quando non arriva alla canonica età pensionabile per la quiescenza di vecchiaia ordinaria.

I requisiti dell’ape sociale per i caregivers

In qualità di caregiver, un lavoratore può godere dell’Ape sociale ma a condizione che rispetti determinati requisiti. Serve infatti che abbia:

  • Almeno 63 anni di età;
  • Almeno 30 anni di contributi versati;
  • Iniziato ad assistere il disabile da almeno 6 mesi.

Quali parenti possono essere il veicolo del pensionamento anticipato per i caregivers

Per poter accedere all’Ape sociale coloro che assistono l’invalido al momento della presentazione della domanda e da almeno sei mesi, devono conoscere alcune sfaccettature della misura. L’invalido deve essere il coniuge, un parente di primo grado, un parente di secondo grado o un affine di secondo grado. Per gli ultimi due casi via libera a condizione che l’invalido non abbia parenti stretti o che abbia genitori o coniuge anch’essi invalidi gravi o sopra i 70 anni di età. In ogni caso l’invalido deve essere convivente con il richiedente l’Ape sociale.

I figli aiutano ad accedere alla pensione

Per la nostra lettrice quindi a settembre, non appena compie 63 anni, si possono aprire le porte per la pensione con l’Ape sociale. Infatti, pur non arrivando a 30 anni di contributi versati, grazie al fatto di avere tre figli, questa lavoratrice può sfruttare un bonus contributivo. In pratica, uno sconto contributivo di 12 mesi a figlio fino ad un massimo di due anni. Per lei bastano i 28 anni di contributi completati. Va ricordato che con l’Ape sociale la lavoratrice non avrà diritto a tredicesima, maggiorazione sociale, integrazione al trattamento minimo e assegni familiari. Ala diretta interessata la prestazione viene garantita fino al compimento dei 67 anni di età. Inoltre non può percepire più di 1.500 euro di pensione mensile lorda con questa misura.