Quando andrò in pensione e quanto prenderò di assegno mensile? E’ una domanda che continua ad occupare i pensieri, non senza evidente preoccupazione, di chi è prossimo alla pensione ma soprattutto dei giovani che iniziano a lavorare ora e che vedono l’uscita come un traguardo sempre più lontano e meno retribuito. Alla luce dell’imminente riforma pensioni al vaglio del governo, l’Inps ha reso note nuove stime e proiezioni.

Pensione dopo 40 anni di lavoro: quanto si prende?

I dati interessano soprattutto chi è a fine carriera: quanto si prende di pensione in Italia dopo aver lavorato 40 anni?
Prendendo a riferimento lo stipendio medio di un insegnante a fine carriera, stando al bilancio Inps dopo 40 anni di servizio l’importo della pensione nel 2036 sarà di circa 1200 euro (oggi, usufruendo del sistema retributivo lo stesso insegnante prende 1.550 euro al mese).

E i trentenni di oggi? Mentre si parla di quota 100 con paletti e qualcuno distingue in tono critico tra lavoratori di serie A e di serie B, i giovani di oggi vedono la pensione come un miraggio e potrebbero diventare lavoratori di serie C. Milena Gabanelli e Massimo Sideri parlano di “bilancio in rosso”: “i trentenni e i quarantenni di oggi che pensione incasseranno quando di anni ne avranno 67? I ventenni l’avranno mai una pensione?”. Il bilancio previsionale 2018 ha messo in conto entrate per 227 miliardi di contributi versati e uscite pari a 265 per pagare le pensioni, con il gap a carico dello Stato. Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in una nota ha chiesto la convocazione del governo proprio per discutere del tema pensioni dichiarando: “è fondamentale il ricambio generazionale che, al momento, è bloccato, per cui è opportuno che un lavoratore dopo 41 anni di servizio vada meritatamente a casa. Si continui, dunque, in tal senso con l’obiettivo di liberare posti per le nuove generazioni”.