La riforma pensioni che tutti auspichiamo entro la fine dell’anno probabilmente non si farà. Questioni tecniche (mancano i soldi), ma anche politiche visto che il governo Draghi è in scadenza e il prossimo anno si voterà per rinnovare il Parlamento.

Da Bruxelles raccomandano di non fare altro debito sulle pensioni altrimenti l’Italia rischia di andare in default fra qualche anno. Draghi lo sa e il tema pensioni manco l’ha inserito nel Def 2022 così da lasciare la discussione della riforma pensioni al Parlamento.

La proposta Tridico (Inps) per una pensione flessibile e sostenibile

Fra le varie idee circolate in questi mesi, l’unica proposta di riforma pensioni finanziariamente sostenibile è quella avanzata dal presidente Inps Pasquale Tridico. Una pensione in due tempi,. Per l’esattezza, che  piace poco tecnicamente, ma l’unica realizzabile in questo momento. Ecco come funziona

Una prima parte di pensione sarebbe liquidata subito, al raggiungimento dei 63-64 anni, ma a valere solo sui versamenti effettuati nel sistema contributivo. Cioè quelli maturati dal 1996 in poi. E una seconda parte della pensione al raggiungimento dei 67 anni, a valere sulla restante parte dei contributi versati prima del 1996, cioè nel sistema di calcolo retributivo.

La soluzione avrebbe il merito di mantenere in equilibrio i conti dell’Inps. E, grazie ai risparmi realizzati da quota 100 (9,5 miliardi di euro), di aprire le porte al pensionamento anticipato a molti lavoratori.

I vantaggi economici e sociali

I vantaggi della proposta Tridico sono sostanzialmente due: il primo di natura economica perché lo Stato risparmierebbe più del 70% rispetto a quanto si è visto con quota 100 (circa 10 miliardi di euro). In questo senso le previsioni di spesa sarebbero uguali a quelle previste dal governo per quota 102.

Il secondo vantaggio sarebbe di natura sociale. La proposta dell’Inps si baserebbe su un requisito contributivo minimo di almeno 20 anni. Il che permetterebbe a una vasta platea di lavoratori di lasciare il lavoro liberando spazio ai giovani.

Soprattutto nella pubblica amministrazione.

Puntualizza Tridico: “la mia proposta riesce a coniugare la libera scelta di un individuo di anticipare l’eta’ del proprio pensionamento, con un calcolo che non penalizza l’assegno in modo permanente”.

Questa formula avrebbe un impatto molto limitato sui conti pubblici e garantirebbe una ulteriore forma di flessibilità, lasciando al lavoratore la valutazione del momento in cui anticipare l’uscita.