FiscoOggi, la rivista online dell’agenzia delle entrate, attraverso la risposta ad un quesito posto da un suo lettore, ha fornito utili chiarimenti in merito alle imposte che bisogna pagare su un contratto preliminare di compravendita di un immobile. Cerchiamo anche noi di fare un po’ di chiarezza.

Che cosa è il contratto preliminare di compravendita di un immobile?

Il contratto preliminare di compravendita, anche detto “compromesso”, è un accordo tra venditore e compratore che si impegnano a stipulare un successivo e contratto definitivo di compravendita, con cui avverrà il trasferimento della proprietà dell’immobile.

Il contratto preliminare deve essere redatto in forma scritta e registrato entro 20 giorni dalla sottoscrizione. Se stipulato con atto notarile, vi provvede il notaio entro 30 giorni.

Contratto preliminare di compravendita di immobile, quali sono le imposte dovute?

Anche per la registrazione di un contratto preliminare di compravendita bisogna pagare le dovute imposte.

In particolare, così come si legge sul sito dell’Agenzia delle entrate, sono dovute:

  • l’imposta di registro in misura fissa, paria a 200 euro;
  • l’imposta di bollo, pari a 16 euro per ogni 4 facciate e comunque ogni 100 righe (se il contratto è formato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata l’imposta di bollo è invece di 155 euro).

Quando il preliminare prevede un pagamento, è dovuta anche l’imposta di registro pari:

  • allo 0,50% delle somme previste a titolo di caparra confirmatoria;
  • al 3% delle somme previste a titolo di acconto sul prezzo di vendita se il trasferimento non è soggetto a Iva, o in misura fissa di 200 euro per le compravendite soggette a Iva.

Ad ogni modo, tale imposta sarà poi detratta da quella dovuta per la registrazione del contratto definitivo di compravendita.

Il rimborso deve essere richiesto entro tre anni dalla data di registrazione del contratto definitivo. La domanda di rimborso deve essere presentata all’ufficio che ha eseguito la registrazione.

 

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